La vigilia della settima giornata contempla una classifica dalla vetta insolita. Napoli e Roma in testa. Una rievocazione anni ottanta. Quando azzurri e giallorossi vivevano da gemellati due squadre spesso tra le favorite. La ripresa per la squadra di Conte mette davanti al Napoli un Torino insidioso, ma ancora alla ricerca di un’identità. 

Proprio i granata sono stati in grado di espugnare l’Olimpico, sponda romanista, sfiorando l’impresa anche su quella laziale. Il gol di Simeone, ex dai dolci ricordi, fino a questo momento è l’unico colpo subito dagli uomini di Gasperini in campionato. L’undici di Baroni non naviga in acque sicure, ma i granata non si sono mostrati restii alla capacità di tendere trappole impreviste ad avversari di caratura superiore.

Il Napoli arriva a Torino con qualche infortunio di troppo e la necessità di gestire l’organico anche in vista del delicato impegno di Champions col PSV. Buongiorno e Politano dovrebbero tornare a disposizione, mentre Gilmour avrà il compito di sostituire Lobotka dietro la linea mediana. De Bruyne e Spinazzola partiranno titolari, mentre Hojlund sarà il punto di riferimento offensivo.

Baroni dovrebbe giocare con Pedersen e Lazaro esterni, Tameze, Asllani e Casadei a centrocampo e Simeone al centro dell’attacco con Ngonge a fare da suggeritore. Un reparto offensivo, quello del Toro, quasi interamente formato da ex Napoli. soprattutto il Cholito rappresenta una parte importante degli ultimi anni azzurri. 

Sul piano tattico la squadra di Baroni potrebbe scegliere di sviluppare con meno spavalderia un 4-3-3 che contro il Napoli potrebbe risultare rischioso sul piano degli equilibri. Il Napoli nelle ultime gare ha mostrato dei cedimenti sul piano difensivo e Conte di certo chiederà ai suoi di recuperare quella solidità fondamentale per un assetto tattico che in alcune partite non ha retto con continuità le distanze.

Per il Napoli inizia un periodo denso di impegni, con un calendario, tra campionato e Champions, senza sosta. La gara col Torino inaugura una serie di sfide molte delle quali potenzialmente condizionanti per il prosieguo della stagione. Una fase, questa, che non può permettersi di trascurare dettagli. Il primo, non di poco conto, si chiama Torino.