Milan-Napoli non è un momento, ma uno dei classici degli ultimi decenni di Serie A. Dall’avvento di Maradona ha costituito la sfida più affascinante di quegli anni. La rivalità tra il Napoli del Pibe de Oro e Careca con quella del Milan degli olandesi è probabilmente la sfida a più alto coefficiente tecnico della storia del campionato italiano.

Non è un’esagerazione se si pensa a chi erano i protagonisti di quegli anni, di scudetti combattuti e vissuti, di grande gioco e di una specie di marchio per quel calcio irripetibile che caratterizzò gli anni ottanta. Da una parte una tra le coppie offensive di tutti i tempi e dall’altra un trio di calciatori che avrebbe contrassegnato una rivoluzione tattica di portata internazionale. È difficile stabilire se un giorno si potrà riavere una contemporaneità di calciatori di quel livello che, a distanza di tempo, rammenta pure un contesto storico altrettanto riproponibile.

Eppure, questo Milan-Napoli riacquista quel sapore, un po’ meno dai soli divisi e dalle bandiere dentro il tricolore, se non altro per una classifica che presenta questa sfida come un scontro diretto per il primato, condiviso tra azzurri e rossoneri con l’Atalanta, sia pur appena alla settima di andata. Classifica relativamente indicativa, ma una gara del genere, tra due squadre in salute e reduci da un ottimo inizio anche in Champions League (entrambe sono leader dei rispettivi gironi) potrebbe comunque stabilire una leadership iniziale a un torneo che da questo punto di vista non ha ancora scoperto le carte. Tutto in una giornata in cui i bergamaschi saranno impegnati con la Roma e l’Inter se la vedrà con l’Udinese. Le prime sei a rapporto tra loro per definire le zone alte della classifica. Turno di certo non da poco.

A San Siro se la vedranno due squadre che negli ultimi due anni sono state corsare nelle rispettive trasferte. I convenevoli in casa e pochi complimenti lontano dalle mura amiche. Adesso la gara assume una fisionomia tutta sua, soprattutto tatticamente. In parte difficile da prevedere. Prudenza o spregiudicatezza? Il tema tattico è aperto e sia Spalletti che Pioli non vorranno scoprirsi fino a inizio gara. E pure per quello si dovrà attendere il suo corso. Fatiche di coppa, andamento e cambi saranno i principali strumenti di lettura di una partita che vedrà assenti Osimhen e Leao, due tra i principali protagonisti delle due formazioni. 

Anche prima di conoscere le formazioni ufficiali non sono pochi i possibili duelli individuali. I centrali del Napoli quasi certamente prenderanno in consegna Giroud, mentre dall’altra parte Kjær e Kalulu dovranno vedersela con Simeone o con Raspadori, a seconda di chi Spalletti sceglierà per iniziare (probabile una staffetta). Ancora più interessante il confronto tattico in mediana. Pobega e Tonali sono i centrocampisti bassi che il trio di quelli del Napoli, quasi certamente Zielinski, Lobotka e Anguissa, dovranno affrontare tenendo a bada i trequartisti dietro la punta centrale dei rossoneri.

Il 4-2-3-1 di Pioli sulla carta presenta una linea in più che per il 4-3-3 degli azzurri potrebbe rappresentare un enigma da risolvere sia in fase difensiva che offensiva. I movimenti tra le linee potrebbero risultare decisivi. Così come sarà importante vedere quale catena avrà la meglio, considerando che entrambe le squadre dispongono di fluidificanti bravi a spingere e a creare la superiorità numerica sulle corsie laterali. E, a proposito di duelli individuali, Di Lorenzo e Theo Hernandez ne dovrebbero dar vita a uno di non poco interesse.

Una differenza sostanziale tra le due squadre sul piano tattico sta nella maggiore propensione attendista dei padroni di casa e in una più congeniale tendenza al palleggio e alla manovra elaborata del Napoli. Gli uomini di Spalletti, però, sembrano aver anche assimilato una capacità di movimento in grado di svilupparsi con una migliore economia del palleggio. Questo dovrebbe costringere il Milan a velocizzare le letture di marcatura sugli avversari. Spazi nessuno potrò concederne. Appena la settima, già respiro di spareggio. Un sapore antico e una possibilità per il futuro.