Carlo Tavecchio è stato chiarissimo: quest'Under 21 deve per forza di cose arrivare almeno in semifinale. E a guardare la rosa a disposizione del ct Di Biagio, che di obiettivi minimi invece non vuole proprio sentirne parlare, non si può affatto dargli torto. Diverse le potenziali analogie tra questa Nazionale e quella campione nel 2004 in Germania, quando alzò al cielo il trofeo superando in finale la Serbia per 3-0. Cinque degli elementi appartenenti a quel gruppo si ritrovarono addirittura a bissare la festa due anni più tardi nel Mondiale di Buffon, Cannavaro, Grosso e Materazzi, sempre in terra teutonica: si tratta di Amelia, Zaccardo, Barzagli, De Rossi e Gilardino. Ognuno, in maniera differente, ha contribuito all'ultimo storico successo nella kermesse internazionale.
Tra dodici mesi - qualificazioni permettendo - la storia potrebbe ripetersi per qualcuno dei campioncini in campo a partire da domenica sera, giorno del debutto nella competizione contro la Danimarca. Il capitale umano è immenso: lo testimoniano le indiscusse qualità di base dei singoli, ma soprattutto i numeri di cui possono disporre. Ecco dunque un'analisi dei profili azzurri più interessanti, tra elementi già "big" del nostro calcio e altri in rampa di lancio ma dal futuro assicurato.
I BIG
Gianluigi Donnarumma - Il più giovane e il più discusso. Oggi è il giorno dell'ultimatum per quanto riguarda il suo impegno contrattuale con il Milan, per lui sarebbero pronte offerte faraoniche dai principali club di tutta Europa. E pensare che, fino al 25 ottobre 2015, data del suo esordio assoluto in Serie A coi rossoneri, era pressoché un perfetto sconosciuto. L'Italia si affida alla sua esplosività per blindare la propria porta;
Mattia Caldara + Andrea Conti - Talmente abituati a considerarli in coppia che non possiamo che farlo anche adesso. Probabilmente i due gioielli più preziosi dell'Atalanta, seppur destinati a salutare Bergamo (il primo l'anno prossimo, il secondo probabilmente nelle prossime settimane), avranno davanti a loro l'occasione di dimostrare, in un torneo dalla risonanza mediatica elevatissima, di meritare i palcoscenici più pregiati del Vecchio Continente;
Marco Benassi - Qualcuno forse storcerà il naso, ma è lui a tutti gli effetti il simbolo di questa Nazionale. Lo dicono i numeri: primo per presenze (24) e anche per gol fatti (6), segno del fatto che con indosso la casacca azzurra non ha smarrito quel vizietto di metterla dentro che tanto piace soprattutto ai fantallenatori. Insieme con Gagliardini e (almeno) uno tra Pellegrini, Cataldi, Grassi e Locatelli, comporrà un reparto completo sotto tutti i punti di vista;
Domenico Berardi - Il talentino del Sassuolo condivide proprio con Benassi un altro emblematico primato: tra i 23 partiti per la Polonia, loro due sono gli unici ad aver già messo a referto la tripla cifra per apparizioni in Serie A (ben 111). Alle loro spalle, lontana anni luce, la coppia Murru - Rugani (70). Ciò che stupisce è che Berardi non ha ancora compiuto 23 anni, ma conta la bellezza di 54 reti nella massima categoria. Senza dubbio un predestinato;
Federico Bernardeschi - Dopo due stagioni più che anonime, Brunelleschi è esploso come una bomba atomica. Undici gol in campionato, uno in meno di quelli siglati nella sua splendida annata in B a Crotone (2013/2014), la sua prima da professionista. La Fiorentina vorrebbe trattenerlo, ma com'è giusto che sia anche lui è al centro di insistenti voci di mercato. Ogni discorso, però, può attendere: le sue pennellate serviranno come il pane a Di Biagio e a tutta la squadra.
LE FANTA-SORPRESE PER L'ANNO PROSSIMO
Alessio Cragno - E' vero, prendere il portiere di una neo-promossa è sempre un azzardo. Ma i pro sono parecchi: tra questi, tutti coloro che prediligono la strategia dei tre estremi difensori di medio-basso livello da acquistare all'asta e far ruotare ogni settimana in base al calendario. In questa logica, il numero uno del Benevento può rientrarci tranquillamente. Specie perché i giallorossi, seppur la cadetteria sia ben altra cosa, hanno dimostrato di incassare pochissimi gol tra le mura amiche. E l'Uomo Cragno, per reattività e abilità tra i pali, ha ben poco da invidiare ai suoi coetanei;
Davide Calabria - Tra il Milan che ha da poco chiuso la stagione e quello che sta per nascere, c'è già un abisso. In questa fase di transizione, anche il terzino bresciano classe '96 rischia di farne le spese. Il suo, con ogni probabilità, sarà però solo un arrivederci: su di lui c'è il Genoa, pronto a prenderlo in prestito nel caso non riuscisse a riportare in Italia Domenico Criscito. E a quel punto un pensierino andrebbe fatto eccome: tra assist e buoni voti, rischia di diventare una delle note più liete del Grifone;
Alberto Grassi - L'addio di Kessiè gli ha spalancato le porte. Gasperini gli affiderà le chiavi del centrocampo, stavolta da titolare in pianta stabile. Nell'ultimo torneo è comunque riuscito a collezionare 15 presenze e 1 gol, ma quasi tutte partendo dalla panchina. Ora lo scenario è ben diverso: a 22 anni, e con un Europeo da protagonista atteso, non può che decollare;
Federico Chiesa - A Firenze era partito a razzo, poi nel finale di stagione è un po' calato, complice la scelta di Paulo Sousa di arretrarne il raggio d'azione (di fatto l'ha quasi sempre schierato da esterno di centrocampo nel 3-5-2). L'arrivo di Pioli potrebbe rinvigorirlo, specie sotto il profilo dei bonus. Se gli venisse concessa la chance di inquadrare con maggior frequenza la porta, sappiamo tutti come andrebbe a finire;
Andrea Petagna - Nel suo caso la definizione di "fanta-sorpresa" è piuttosto al limite. A livello calcistico, chi ne mette in discussione le qualità non può considerarsi esperto del settore: il lavoro che fa per la squadra è enorme, tipico del centravanti moderno che viene a prendersi la palla anche a centrocampo per rendere fluida la manovra e favorire gli inserimenti degli esterni. Qualcosa, di certo, gli si può contestare se parliamo di vena realizzativa: appena 5 i centri nell'ultima Serie A. I fantallenatori saranno disposti a dargli ancora fiducia? Margini di miglioramento alla mano, non ci sarebbe alcun dubbio.