“Le sensazioni in vista dell'Europeo sono buone, siamo un buon gruppo e ci prepareremo nel migliore dei modi per dare del filo da torcere a tutti. Siamo l'Italia e dovremo dimostrarlo subito”: parole e musica di Alessandro Florenzi, che a margine della presentazione del palinsesto estivo Sky, parla già da trascinatore di una Nazionale che, nella migliore delle tradizioni, è “ItalJuve”, contando sulla spina dorsale bianconera, soprattutto dalla cintola in giù. E’ comunque, inopinatamente, anche la Nazionale più avara di fantasia e talento, specie in avanti (proprio, guardacaso, dove giocoforza il contributo bianconero è più rarefatto). E così, il centrocampista giallorosso, indicato dai più come un pezzo ormai fondamentale e imprescindibile di questa Italia, è destinato a soffrire di solitudine, nel rappresentare i colori giallorossi in azzurro. Non esattamente. Non necessariamente. L’Italia di Conte può guardare alla Roma, terza forza del campionato. Deve. Arricchendosi proprio di quel che difetta.

Non va dimenticato, nè messo frettolosamente in naftalina il buon De Rossi che, come scriveva il nostro direttore “nonostante recentemente abbia perso di centralità nelle loro rispettive squadre di club, non significa che non possa nuovamente infonderla in questa Nazionale, così avara di talento e di risorse. Non ce ne vogliano i Soriano, i Montolivo, i Baselli e i Thiago Motta, ma oggi le priorità sono altre”. Già. E una priorità fondamentale riguarda la zona gol.

Dove c’è chi è decisivo, anzi, ferale. Abituato ai grandi palcoscenici, che è quel che più difetta a diversi interpreti di questa Nazionale. Tutt’altro che logorato dal lungo impegno in campionato, anzi. E, superfluo precisarlo, fuoriclasse assoluto: è l’identikit di Francesco Totti. Di quanti si può dire altrettanto, tra i giocatori che saranno convocati da Conte, e tra quelli che sperano di esserlo. Perchè Totti non dovrebbe poter fare, a dieci anni di distanza dall’ultima volta in azzurro, a 29 anni, ai Mondiali, esattamente quello che ha fatto (in maniera decisiva) per la Roma nell’ultimo mese? Ne scrivevamo nel nostro editoriale, e qualcosa sembra essersi mosso: spifferi dicono che il capitano giallorosso accetterebbe la chiamata, e che Conte potrebbe anche pensarci. Abituato ai colpi di scena, vero, ma anche restìo alle prime donne, e artefice di grandi gruppi: questo è Conte. Ma anche uomo intelligente, consapevole che Totti, negli ultimi tempi, si è calato nello stesso ruolo che coprirebbe in azzurro: scheggia impazzita, coprotagonista in grado di far saltare il banco. Così anche il reparto offensivo azzurro potrebbe, eccome, tingersi di giallorosso. Tralasciando gli improperi per quelle quattro, maledettissime partite, che impediscono la convocazione di Perotti, la mezzala in più che poteva risultare di esiziale importanza nel gioco di Conte: sono quelle che il romanista ha giocato, ormai più di sei anni fa, nell’Albiceleste, rendendone impossibile la chiamata in azzurro, da oriundo. Allora sì, sarebbe stata una grande ItalRoma.

Ezio Azzollini