Fino a qualche settimana fa, Giovani Simeone era considerato, dalla maggior parte degli appassionati di calcio e degli addetti ai lavori, come uno di quei giocatori dal rendimento complessivo al di sotto delle aspettative di inizio stagione. Dopo una stagione scintillante da rookie al Genoa, Simeone era stato acquistato dalla Fiorentina per prendere il posto di Kalinic, andato al Milan dopo un lungo corteggiamento estivo. La stagione del numero 9 viola non è partita malissimo, con 5 gol e 2 assist nelle prime quindici partite di campionato. Nelle successive quindici partite, però, qualcosa si è inceppato, con sole due reti realizzate ed una sfilza di insufficienze troppo brutte e sistematiche per non destare preoccupazione.

In verità, le prestazioni di Simeone non sono cambiate tantissimo nel corso di questi otto mesi: attaccante dotato di grandissimo senso del sacrificio, non si è mai tirato indietro quando si trattava di sbattersi per la squadra. Le prestazioni di un attaccante, però, spesso si giudicano quasi esclusivamente in relazione alla sua capacità di spedire quella maledetta palla in fondo al sacco, ed in questo Simeone è stato a tratti disastroso, specialmente negli ultimi tre mesi (eccezion fatta per le ultime tre gare, di cui si parlerà a breve). 

Le statistiche (fonte dati Opta) parlano piuttosto chiaro: 22 respinte e 9 intercetti sono un dato molto interessante per un attaccante, mentre decisamente meno invitanti sono le voci relative alla percentuale di passaggi riusciti (72%, percentuale che si abbassa al 67% se si vanno a considerare i passaggi nella metà campo avversaria) e, soprattutto, la percentuale di finalizzazione, con un 13% che lo colloca ben al di sotto dei top-performer del campionato (Immobile ed Icardi, per citarne due, hanno percentuali realizzative pari quasi a tre volte quelle del Cholito, visto che entrambi sono attorno al 35%). Insomma, i numeri confermano le impressioni del campo piuttosto nettamente.

Servito da Chiesa a centro area, praticamente solo davanti al portiere, Simeone riesce a centrare il bersaglio meno ambito: le mani di Sorrentino.

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Nelle ultime tre partite (che comprendono anche il recupero contro l'Udinese, partita che quindi cronologicamente si colloca in posizione diversa rispetto a quanto dice il calendario delle giornate), Simeone sembra essere tornato quello dello scorso anno, soprattutto in termini di cattiveria agonistica e determinazione. Il gol realizzato contro la Roma, in particolare, rappresenta grossomodo la quintessenza dell'attaccante viola: fisico imponente (Bruno Peres gli rimbalza letteralmente addosso, manco fosse di gomma), buona progressione e discreta capacità di ritagliarsi uno spazio a centro area. Se Simeone ha sbagliato così tanti gol in stagione è anche perchè è spesso arrivato stanco al momento decisivo dell'azione, visto che non è raro che il pallone gli passi fra i piedi anche durante la costruzione della manovra. In più, il lavoro di pressing sui difensori centrali avversari, che spesso Pioli gli richiede, abbassa ulteriormente la sua riserva aerobica. 

Voci raccontano di un Bruno Peres raccolto in curva dopo questo scontro.

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Con le ultime reti messi a segno, Simeone ha raggiunto, per il secondo anno di fila, il traguardo dei 10 gol realizzati, e, presumibilmente, riuscirà a collezionare qualche altro bonus da +3 da qui a fine stagione. Ad oggi non è dato sapere se le sue capacità realizzative miglioreranno col tempo (anche l'anno scorso peccava in questo fondamentale), ma quel che è certo è che, nonostante un lungo periodo di digiuno, anche quest'anno si è confermato un attaccante fantacalcisticamente appetibile, capace di avere sia exploit improvvisi sia momenti negativi piuttosto importanti. I 3 assist realizzati mostrano anche quanto al Cholito piaccia dialogare coi compagni negli ultimi sedici metri, soprattutto con Chiesa, a cui destina la maggior parte dei passaggi e da cui riceve un numero piuttosto considerevole di palloni. 

Insomma, probabilmente Simeone non sarà mai un fenomeno da 25 e più reti a stagione, ma, se dovete puntare su un attaccante solido come seconda o, ancora meglio, terza scelta, è piuttosto difficile trovare di meglio. Nonostante tutto.

Azione solitaria, di prepotenza, 1 contro tutti: Simeone è tornato.

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