COS'E' "FANTA DI PROVINCIA" - E' una competizione virtuale, atta a coinvolgere il più possibile il pubblico di Fantagazzetta.com, e che riguarda prevalentemente il loro passato, fantacalcistico e non. 28 squadre 'provinciali', nel senso migliore e più sano del termine, prescelte dalla redazione, si sfideranno in una epica sfida in cui 11 loro ex calciatori saranno tenuti a rappresentarle. Soprattutto in nome di ciò che prima, dopo, o durante quell'esperienza, hanno o avrebbero potuto rappresentare al fanta.
COME SI SVILUPPA LA SFIDA - Le 28 squadre verranno presentate giornalmente, week-end compresi, su Fantagazzetta.com da lunedi 12 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017. Saranno suddivise in 7 gironi da 4, selezionate casualmente, e competeranno, attraverso una sfida prettamente social, a forza di like su facebook. Sarete voi lettori a votare la vostra preferita, o semplicemente quella che maggiormente suscita in voi felici ricordi fantacalcistici e/o sogni incompiuti. Le prime due di ogni girone, più le due migliori terze, proseguiranno nel cammino, sfidandosi, da lì in poi, dagli ottavi sino alla finalissima.
COME VENGONO SCELTI I CALCIATORI - Ci sono centinaia e centinaia di grandi calciatori, prevalentemente del passato, che hanno vestito la maglia delle provinciali. Alcuni hanno spiccato il volo, altri ci sono passati avanti negli anni, per concludere una carriera di prestigio. Non è stato facile, per i nostri autori, sceglierne solo 11: per questo, nel testo, vengono 'raccontate' anche le ipotetiche riserve. Non dimenticate che molti dei calciatori inseriti nelle formazioni hanno giocato in più d'una delle squadre presente nella competizione: e non è stato facile, da questo punto di vista, scegliere in quale inserirlo. Sono stati quindi perseguiti criteri di rappresentatività, di 'peso' fantacalcistico, di blasone, ma anche di equilibrio tra le squadre.
LA STORIA – Il Piacenza viene fondato nel 1919 ed ha disputato 8 campionati di Serie A tra il 1993 e il 2003. La prima storica promozione è arrivata al termine della stagione 1992/1993 con il Piacenza di Cagni a conquistare la massima serie grazie alle reti di bomber De Vitis. Retrocesso la stagione successiva, è ancora Cagni a riportare il Piacenza in A nel 1995, con le reti di Piovani, il solito De Vitis e un giovanissimo Filippo Inzaghi. Dopo diverse salvezze, retrocede nel 2003, senza mai più tornare in A. Nel 2012 la società è stata dichiarata fallit, con la LibertaSpes ad acquistarne il marchio ed a riportare il nome originario nel 2013. Tra le curiosità è impossibile non citare come, fino al 2001 abbia utilizzato solamente giocatori italiani, caratteristica distintiva rispetto ad altri club di A.Attualmente gli emiliani sono iscritti al torneo di Lega Pro, Girone A.
IL PIACENZA, OGGI – Ottavo in Lega Pro, Girone A, le ambizioni del club del presidente Marco Gatti sono quelle di provare a risalire ben presto in Serie B. In un girone ostico, il tecnico Arnaldo Franzini si sta affidando alle reti di Andrea Razzitti e Stefano Franchi, oltre che del capitano Luca Matteassi e dell’esperienza tra i pali di Ivan Pelizzoli.
GLI ESCLUSI – Tra i pali ci sono numerosi esclusi, a cominciare da Paolo Orlandoni, terzo portiere dell’Inter del Triplete e a Piacenza dal 2001 al 2005. Non trova spazio nemmeno Massimo Taibi, al Piacenza dal 1992 al 1997, prima della parentesi al Milan. Lo stesso Milan che nel 1999 ha prelevato Valerio Fiori, consegnandogli il ruolo di terzo portiere per quasi dieci anni. In difesa è stato escluso Ignazio Abate, in biancorosso nel campionato 2005/2006, prima di Modena, Empoli, Torino e Milan. Escluso è anche Alessandro Lucarelli, cresciuto nel Piacenza con cui ha esordito nel 1998, prima di passare a Palermo nel 2002. In mezzo al campo non trova posto Eugenio Corini, passato a Piacenza nel 1996, prima di fare le fortune del Chievo. Nella stagione 2006/2007, ha giocato Antonio Nocerino, autore di 6 gol in 37 partite e riportato a casa dalla Juventus per il ritorno in Serie A. Il 2004/2005 è stato invece l’anno di Simone Pepe, con 12 gol in 30 partite e anch’esso portato in bianconero dopo l’ottima annata in Emilia. In avanti non trovano spazio i 38 gol in due stagioni di Dario Hubner, laureatosi pure capocannoniere nel 2002 con 24 gol. Di passaggio, ma citato, Amauri, che nel 2001/2002 ha racimolato 7 presenze in biancorosso. Di maggior impatto i tre anni (1998/2002) di Carmine Guatieri, con 91 presenze e 13 gol. Da Piacenza è partito pure Alberto Gilardino che, nel 1999, ha esordito a 17 anni un Piacenza-Milan, squadra con cui si toglierà poi numerose soddisfazioni. 15 gol in 30 presenze con la maglia del Piacenza nella stagione 1998/1999: è questo il bottino dell’altro Inzaghi, Simone, attuale allenatore della Lazio e cresciuto, come il fratello, nelle giovanili biancorosse. Chiudiamo con Luigi Beghetto, attaccante nel 4-3-3 di Cagni. 22 gol dal 2003 al 2005 lo hanno consegnato al cuore dei tifosi biancorossi, prima di approdare a Treviso e segnare 21 gol dal 2005 al 2009.
IL NOSTRO 'FANTA11 DIPROVINCIA' – Nell’undici scelto per il Piacenza, vengono consegnate le chiavi della porta a Matteo Guardalben, portiere affidabile sbarcato in biancorosso dopo l’esperienza da gregario al Parma. Resta dal 2001 al 2004 difendendo i propri colori per 80 partite. Il primo dei tre centrali difensivi è Hugo Campagnaro, difensore arcigno ora in forza al Pescara. Arrivato a Piacenza nel 2002 in Serie A, ha vissuto la retrocessione, salvo poi rimanere in B da protagonista fino al 2007, con il grande salto alla Sampdoria. Il secondo è Pietro Vierchowod, soprannominato “Zar” per le origini russe del padre, dopo l’affermazione in Serie A con la Sampdoria (358 partite) e le parentesi con Juventus, Perugia e Milan, ha chiuso la carriera a Piacenza, con 79 apparizioni. Il terzetto difensivo si chiude con Daniele Delli Carri, a Piacenza dal 1996 al 2000. Prima le stagioni con Genoa e Torino, passando poi per la Toscana con le maglie di Siena e Fiorentina. A centrocampo schieriamo Eusebio Di Francesco, affermatosi nel grande calcio con la Roma, ma arrivato e tornato a Piacenza. In Emilia, dove ora allena il Sassuolo, ha disputato 128 partite segnando 17 gol. Nel cuore della mediana un duo di sostanza: Radja Nainggolan e Enzo Maresca. L’attuale centrocampista della Roma è stato portato in Italia dal Piacenza, dove ha esordito nel 2005 in Serie B. Saranno in totale quatto e mezzo le stagioni in biancorosso, prima del passaggio al Cagliari e l’esplosione in Serie A. per l’attuale centrocampista dell’Hellas Verona, un rapido passaggio nella stagione 2002/2003, dove ha messo a segno 9 gol, nell’anno più prolifico della sua carriera. Chiudiamo con Matuzalem, centrocampista ruvido passato in biancorosso nella stagione 2001/2002 in cui ha messo a segno 3 gol in 28 partite. Il tridente da fuochi d’artificio si apre con Filippo Inzaghi, cresciuto a Piacenza e consegnato al calcio proprio dal club emiliano, con cui ha esordito in B nel ‘91/’92, prima di tornare nella stagione ‘94/’95, con 15 gol in 37 partite. La carriera è nota a tutti, con 288 gol ed un palmares di trofei completo, in cui spiccano due Champions League ed un Mondiale. C’è spazio per Daniele Cacia, giocatore devastante in Serie B, ma mai affermatosi in Serie A. Ha iniziato a Piacenza ed è tornato in biancorosso ben due volte (sempre in B), realizzando 53 gol in 126 partite. Chiudiamo con Davide Moscardelli, a Piacenza dal 2008 al 2010 e autore di 22 gol in Serie B. Dall’Emilia il salto nella massima serie, con le annate al Chievo Verona. In panchina non può che esserci Gigi Cagni, in grado di portare dal 1990 al 1993 il Piacenza dalla Serie C alla Serie A. Una cavalcata che l’ha reso indimenticato nei cuori biancorossi, che gli hanno tributato il coro: “E quando Gigi Cagni/in piedi s’alzerà/allora vorrà dire/che saremo in Serie A”.
Il Cesena di Candreva e Lapadula. La Reggina di Pirlo e Nakamura. Il Crotone di Florenzi e Bernardeschi. Il Lecce di Muriel e Cuadrado. Il Brescia di Baggio e Guardiola. Il Piacenza di Inzaghi e Nainggolan. Il Verona di Camoranesi e Jorginho. Il Cosenza di Fiore e Lentini. Il Padova di Perin e Bonaventura. Il Venezia di Recoba e Sirigu. Il Bari di Cassano e Boban. La Salernitana di Di Vaio e Gattuso. Potremmo andare avanti per ore. E lo faremo.
Perché se c'è un un luogo del ricordo e della mente da cui il grande calcio, e il grande fanta, proviene, beh, è quello della provincia italiana. Lì, dove i campioni di ieri e di oggi sono nati, si sono formati, sono esplosi, mettendosi in luce prima di spiccare il volo verso lidi inimmaginabili, o dove quegli stessi grandi campioni sono passati, magari in età avanzata, per dare nuovo lustro alle proprie carriere. E dove i nostri prediletti campioni, strappati magari in aste d'altra epoca a costi irrisori, sono diventati tali, magari diventando dei veri colpi di fantamercato: no, non si tratta di Top 11 della storia di queste squadra, tutt'altro. E' una fanta-Top 11, di calciatori che sono passati, con più o meno successo, per squadre che oggi certo non sono identificabili come "big", ma che hanno avuto una storia epicamente gloriosa e degna, in passato. E di calciatori che, in quelle squadre, sono stati dei piccoli, grandi boom, al fanta, o avrebbero potuto esserlo.