Ad Anfield il Napoli non ha mai vinto. Due sconfitte e un pareggio sono i tre precedenti che hanno visto i partenopei impegnati in casa dei reds. Il quarto appuntamento ha però un sapore diverso. Almeno, così dicono i numeri e i fatti di un equilibrio che nessuno aveva pronosticato subito dopo il sorteggio dei gironi.

Spalletti andrà a Liverpool per difendere il primo posto. Dopo le cinque vittorie su cinque nel raggruppamento A, dopo aver dominato gli inglesi al Maradona con uno storico 4-1, gli azzurri sanno che l’ultima partita del girone tuona tutto il desiderio di rivincita di chi non è abituato ad essere “maltrattato” come il Napoli ha fatto all’andata. Klopp si è espresso in maniera molto lusinghiera sulla condizione e sulle qualità di questo Napoli, ma uno come lui, anche nel rispetto più assoluto per un avversario così sorprendente, non è abituato a comportarsi da comprimario. La sua squadra resta tra le favorite per la vittoria finale e, con la qualificazione in tasca, la psicologia della partita potrebbe essere a favore di entrambe le squadre. Il Liverpool proverà a vincere con un punteggio ampio (almeno 4-0) e il Napoli, forte di una differenza reti molto favorevole, affronterà la partita senza pressioni eccessive. 

Chi ha da perdere sono proprio gli azzurri, perché a questo punto farsi sfuggire di mano la prima posizione sarebbe un peccato, ma la tenuta mentale del Napoli sembra solida abbastanza per gestire una situazione del genere.

La gara dovrebbe comunque svolgersi su un copione spregiudicato, soprattutto per necessità del Liverpool, col Napoli che ha dimostrato di saper affrontare frangenti di particolare equilibrio (la gara di San Siro e di Roma coi giallorossi parlano chiaro), ma che non rinuncerà a imporre il proprio gioco. Del resto, chiudersi rinunciando alla manovra offensiva sarebbe una mossa troppo rischiosa contro un Liverpool troppo esperto per non approfittarne chiudendo gli avversari per novanta minuti che, a quel punto, durerebbero più del dovuto. Dal punto di vista psicologico il Napoli metterà alla prova anche la sua tenuta mentale in condizioni di vantaggio. Una prova molto utile per il prosieguo della competizione. E Spalletti sa bene che a questi livelli non bisogna mai mollare la presa. 

Il Napoli a Liverpool non ha mai vinto. Una sconfitta in Europa League, un’altra in Champions, che costò una clamorosa e immeritata eliminazione, e un pari che invece fu molto utile per il passaggio del girone. In formazione Olivera potrebbe giocare da titolare, mentre Ostigard è una delle possibili suggestioni da turnover. La mediana titolare dovrebbe vedere Anguissa dal primo minuto. Ballottaggio tra Lozano e Politano per completare il reparto offensivo con Kvara e Osimhen. Simeone e Raspadori, capocannonieri di Champions del Napoli, si terranno pronti dalla panchina.  

Con la Kop a sostegno in uno degli stadi più suggestivi del mondo, il Liverpool in cerca della rimonta si dovrebbe affidare a una formazione offensiva, con Elliott, Salah, Firmino e Nunez dal primo minuto. La gara di andata avrà di certo consigliato ai fluidificanti e ai centrali maggiore attenzione. Ecco che una linea a quattro dovrebbe prevedere Alexander-Arnold e Robertos sulle corsie laterali sia per garantire la spinta offensiva che le coperture sugli esterni offensivi del Napoli. Il rientro di Matip è una delle buone notizie per Klopp, che ha bisogno dell’esperienza e della forza del suo difensore per contrastare la pericolosità di Osimhen. 

Ci sono molti elementi per far pensare a una gara aperta e affascinante. Il Liverpool tirerà fuori molto coraggio, che di certo non gli manca, così come il Napoli potrà dimostrare il suo equilibrio anche in condizioni ambientali sfavorevoli e col rischio di adagiarsi sul vantaggio accumulato per la difesa del primo posto. Ma è proprio questo che starà più a cuore agli azzurri, la possibilità di mostrarsi dentro una partita e una stagione intera.