Il Napoli in Champions è già prossimo alla resa dei conti. La sconfitta nella prima gara col City ha decretato sintomi significativi sul piano della personalità, ma un’immediata e pronta reazione in quella che si preannuncia come una partita che non lascia molte scelte. Se il Napoli vuole evitare di allontanarsi dal gruppo che conta, ha bisogno di vincere il confronto interno coi lusitani.
L’unico precedente risale a trentasei anni fa. Primo turno di Coppa UEFA, Napoli-Sporting Lisbona. All’andata, in Portogallo, gara equilibrata e 0-0 che rimanda il discorso nella sfida a Fuorigrotta. Reti bianche anche a Napoli, supplementari compresi. Duecentodieci minuti di imbattibilità per entrambe le squadre, con gli azzurri detentori del titolo. Nella partita interna gli uomini di Maradona hanno assediato l’area portoghese senza riuscire a trovare il gol qualificazione. Il passaggio del turno i partenopei riescono a ottenerlo ai calci di rigore, nonostante l’errore dal dischetto proprio di Maradona. Quell’anno il Napoli conquisterà il suo secondo scudetto.
Lo Sporting è reduce dal 4-1 casalingo rifilato al Kairat. E allora la trasferta di Napoli per gli uomini di Borges può rappresentare l’occasione di uno strappo favorevole nella classifica generale. Il 4-2-3-1 dei portoghesi dovrebbe affidarsi alla copertura difensiva di Fresneda, Debast, Gonçalo Inacio e Araujo. Quenda, Trincao, e Pedro Gonçalves ad agire a supporto della punta Suarez.
Antonio Conte è stato molto chiaro rispetto alle condizioni generali della difesa. Beukema dovrebbe rientrare titolare, mentre sulla destra, in assenza dello squalificato Di Lorenzo, se non dovesse farcela Spinazzola potrebbe essere Elmas a svolgere l’insolito ruolo di terzino. Salgono le quotazioni di Gutierrez sulla sinistra, mentre la solita mediana andrà a supportare Politano in appoggio a Hojlund in avanti.
I portoghesi non sono una formazione rinunciataria. Il Napoli potrebbe godere della possibilità di agire tra spazi tatticamente più favorevoli, senza però potersi permettere di porgere il fianco agli ospiti, molto rapidi nella manovra e con efficace vena realizzativa. La sfida al Maradona per i partenopei non può significare rischi o azzardi, con la necessità, al tempo stesso, di fare propria la posta. La sconfitta di Milano ha bisogno di un riscatto che, sia pur in un’altra competizione, darebbe subito nuovo slancio alla corsa azzurra.
Non più verso reti bianche, stavolta senza possibilità di calci di rigore. L’unico rigore di cui il Napoli ha bisogno è quello da ritrovare come tratto identitario. Senza più errori individuali o stati d’animo avventati. Il Napoli di Conte deve trovare subito la forza di recuperare prima di tutto la sua solita solidità. Strumento principe in una competizione come la Champions League.