Nelle ultime undici partite di campionato la Juventus ha subìto un solo gol, quello di Martín Cáceres nella pur vittoriosa trasferta veronese di fine anno. Il Torino, con Mazzarri alla guida, ha sempre vinto in casa (otto reti segnate, zero subìte). Il derby della Mole allo stadio Olimpico Grande Torino ha tutta l'aria di essere partita abbottonata, di lotta ragionata - troppi i rossi guadagnati dai granata nelle ultime uscite con la Signora - e di difensori che, sulla carta, cambiano il loro raggio di azione. Nella grafica ufficiale della formazione dei padroni di casa si può osservare Ansaldi alto a sinistra nella stessa posizione dell'altro terzino "avanzato" di giornata, Alex Sandro. Titolari gli ex Molinaro, Rincón e Iago Falque col venezuelano ad agire da buttafuori davanti alla difesa guidata da Burdisso e N'Koulou. In panchina Niang e Ljaji?, Belotti sarà l'unica punta in un 4-1-4-1 adattabile a 3-5-1-1 in base alle fasi di gioco. Allegri ha da gestire le assenze di Mandžuki? e Cuadrado e le condizioni precarie di Bernardeschi e Dybala, così sceglie samba d'affiancare al Pipita Higuaín, che nonostante i gol passa vicinissimo alla rabbia europea dei tifosi. Rugani fa coppia con Chiellini, Sturaro avrà da correre anche per Khedira e Pjani?. Orsato rimanda il pranzo insieme a Di Fiore e Tegoni, al VAR Irrati.

PRIMO TEMPO - Dopo quindici minuti di gioco solo un fatto diventa certo: non sarà il derby di Gonzalo Higuaín. Pjani? pesca il Pipita dopo soli tre minuti, Sirigu in uscita lo travolge, la gamba sinistra resta "imprigionata". L'argentino prova a rientrare, zoppica, si butta a terra mentre Allegri fa scaldare Bernardeschi e Dybala. Al quindicesimo Higuaín si arrende alle borse del ghiaccio e in campo va il numero trentatré: sarà decisivo. Il Toro, messo meglio in campo. fa soffrire i cervelli bianconeri piazzando la zanzara Baselli fisso su Pjani?; il pressing disturba gli ospiti e Obi guida il contropiede che porterebbe Belotti solo contro Szcz?sny, se solo il Gallo fosse più preciso nel controllo. Dall'altro versante del campo è Asamoah a sfiorare il gol su interessante percussione - non sarà l'unica - di Douglas Costa, diventato falso nove, ma De Silvestri salva a due passi dalla linea di porta il mancino del ghanese. A Orsato manca il coraggio di ammonire Ansaldi per un fallaccio su Pjani?, che per ripicca s'esibisce in una simulazione degna del miglior Tom Hanks: Kamil Glik, sugli spalti, vorrebbe indossare gli scarpini. Al minuto trentatré Bernardeschi riceve a destra la sventagliata di Alex Sandro, salta Molinaro e piazza la rasoiata che N'Koulou si dimentica di spazzare, con lo stesso Alex Sandro - perso da De Silvestri - a depositare in rete a porta sguarnita. 0-1 e Torino inevitabilmente scosso. La reazione latita e Orsato manda tutti negli spogliatoi dopo centoventi secondi di recupero.

Ahi Pipita (Getty Images)

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SECONDO TEMPO - Dopo dieci minuti di timidezza, Mazzarri cambia: fuori Baselli, dentro Niang e 4-2-3-1. L'ex milanista fa ammonire De Sciglio e si combina bene con Ansaldi, che crea qualche problema a Szcz?sny con cross ambidestri. Non sale il ritmo della partita, la Juventus controlla senza troppi pensieri e Belotti, dimenticato fra Chiellini e Rugani, non può rendersi pericoloso. L'ingresso di Dybala per l'impigrito Douglas Costa fa salire la pericolosità degli attacchi ospiti, con la stessa Joya imprecisa sui suggerimenti di Alex Sandro e Bernardeschi. L'ultima carta di Mazzarri è Simone  Edera - al posto di De Silvestri - ma nemmeno la freschezza del sosia di Bernardeschi e l'aria di primavera fa uscire il Toro dal gelo dell'ora di pranzo. Dopo quattro minuti extra, la Mole si tinge ancora di bianconero, e ora Allegri aspetta Sarri.