Fu nel campionato del ’98-‘99 che un portiere salvò un calciatore anziché un gol.

 

Ultima domenica di novembre e a Udine gioca il Cagliari. Partita dominata dai friulani. Bachini firma l’uno a zero e le squadre vanno a riposo con i bianconeri in vantaggio. Ripresa del gioco e, dopo pochi minuti, Gianluca Grassadonia, difensore del Cagliari, si scontra con Lucatelli, centrocampista dell’Udinese. Una ginocchiata fortuita colpisce Gianluca alla nuca e il giocatore va giù. E giù ci resta, mentre l’unico ad accorgersene è il suo portiere, Alessio Scarpi, ottimo estremo difensore, che nella sua carriera di portiere inesploso, riparerà presso inquiete province, senza mai riuscire a trovare spazio a causa di una mancata continuità. Eppure, con la sua aria silenziosa e laconica, l’Alessio volante ci sarebbe passato per l’Inter, per poi essere subito girato all’Ancona. La vita calcistica di Scarpi mai fu segnata da una grande occasione.

 

Ma l’opportunità, in quella domenica di novembre, non si presentò sottoforma di contratto presso maglie blasonate, ma col balzo che raccoglie anima e freddezza, delicatezza e ragione, che solo l’istante spericolato dell’emergenza si porta addosso. O lo fermi e gli chiedi cosa cerca, o lui si piglia qualcosa e spesso a caro prezzo.

 

Grassadonia resta a terra privo di sensi. Scarpi è il primo ad accorgersene, si fionda sul suo compagno e inizia a praticargli la respirazione bocca a bocca, mentre medici e compagni, compresa la gravità dell’incidente, si precipitano a soccorrere il calciatore.
Per fortuna, grazie all'intervento immediato, Gianluca si riprende, rassicurando poi tutti dall’ospedale, dove i controlli di rito non riveleranno conseguenze.

 

Il medico che ha soccorso il calciatore dirà che l’intervento di Alessio Scarpi è risultato determinante, senza il quale, forse, la situazione avrebbe potuto complicarsi.
E pensare che quella di Grassadonia non era stata l’unica disavventura del difensore cagliaritano, che fu al centro di una vicenda non del tutto chiarita, quando fu querelato dalla società Cagliari Calcio perché il calciatore l’aveva accusata di istigare i suoi calciatori alla violenza e al doping. A detta di Grassadonia, il Cagliari costringeva alcuni calciatori a sostituirsi ai controlli per far sì che i compagni dopati non fossero scoperti. Lo stesso Grassadonia fu più volte vittima di aggressioni e di episodi di violenza, da lui stesso addebitati attraverso le accuse mosse alla società cagliaritana. Carriera travagliata, quella del difensore che avrebbe poi girato mezza provincia del pallone, di tutte le categorie.

 

Quella domenica di novembre, Alessio Scarpi compie la sua prodezza, probabilmente salvando la vita al suo compagno di squadra. Il giorno successivo, i giornali dedicano a Scarpi diversi articoli. Un noto quotidiano sbaglia il tabellino della partita, e un’altra celebre testata dedica al portiere del Cagliari il suo primo 10 tra i voti assegnati ai calciatori. Fino a quel momento, non era mai successo.

 

A distanza di molti anni, un episodio curioso rievoca l’accaduto di quella domenica di novembre. Dicembre 2011, a Boville Ernica si gioca una partita del calcio dilettantistico. Un calciatore del Boville Ernica, località nei pressi di Frosinone, cade a terra privo di sensi. È un giovane romeno, Adrian Atomi, subito soccorso dal giovane Matteo Caddeo, e grazie all’intervento del suo avversario, Adrian si salva. Dove gioca Matteo? Nel Progetto Sant’Elia, una squadra cagliaritana. E la cardiologia se la spassò col tempo, e stavolta in bella maniera, per fortuna. È ovvio, certi interventi, sono fuori categoria.
 

Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka