Me è Higuain che sta scaricando la Juve o la Juve che sta scaricando Higuain? No, perché a quanto sappiamo, delle due l'una. E, nella fattispecie, la seconda.

Il Pipita è stato prima proposto (con un inevitabile, sostanzioso, conguaglio, accanto) all'Inter per avere Icardi. Inutile, l'Inter non avrebbe mai scambiato il capocannoniere del campionato, nel fiore degli anni, con un calciatore che per quanto possa ancora incidere, anche per struttura fisica difficilmente reggerà più di un paio d'anni ai massimi livelli. Operazione, quindi, sfumata o forse neanche nata, che però nei sogni di Marotta probabilmente si sarebbe potuta anche affiancare a quella relativa a Cristiano Ronaldo, per il quale i lavori sono iniziati mesi e mesi fa.

Ronaldo più Icardi. Roba che neanche al Real Madrid.

E invece la Juventus - il Real d'Italia - ci ha provato. No, non erano operazioni alternative.

D'altra parte, Pipita viene oggi trattato col Milan in cambio di Bonucci. Anche questa, operazione non facile. Ma, in compenso, facilmente spiegabile: Leo ha realizzato che nel Milan non ha prospettive concrete di concorrere per traguardi importanti prima che diventi anch'egli un giocatore a fine corsa, e complici anche alcune dinamiche personali ha legittimamente chiesto di tornare 'a casa'.

Verrà accontentato: d'altra parte è stata la Juventus a decidere di fare all-in nei prossimi 48 mesi. E, non a caso, ha anche accettato di sacrificare qualche prezzo futuribile, come Caldara. O Rugani. O, addirittura, entrambi. Perché Leonardo, in sede di trattativa, è stato chiaro: se vendiamo Leo, oltre che un'ala, una mezzala, e un centravanti titolare, ci servirà prendere anche un centrale.

E, di Benatia, non vogliamo neanche sentire parlare. Quindi, Caldara: si, ma senza recompra.

Troppo facile, 'Sora Juve', affidarci la definitiva maturazione di colui che già oggi è un piccolo Bonucci con 7 anni in meno rispetto all'originale, per poi venirlo a prendere tra uno-due anni, per un tozzo di pane. Non siamo mica il Sassuolo o l'Udinese. Quindi, Caldara per Bonucci. E qui sono sorti altri problemi: quelli relativi alla valutazione dei cartellini. Già, perché Caldara è stato pagato 15 milioni più 6 di bonus un anno e mezzo fa, e Bonucci 42 un anno fa (valutazioni, entrambe, fatte dalla Juventus, non da noi).

Difficile, quindi, scambiarli alla pari, per quanto si tratti di due giocatori di età diversa. Ma la Juve, in questa fattispecie, ha potere di trattativa, e il Milan no, perché è stato Bonucci a chiedere di andare via. E questo, nel calciomercato, si paga. Per questo si è tornati a parlare del Pipita, che è stato scaricato dalla Juventus almeno quanto Bonucci ha scaricato il Milan.

Più facile dialogare di uno scaricante e uno scaricato: anche in questo caso, però, servirà trovare la quadra. Perché pur essendo di pari età, e guadagnando cifre assai simili, Leo e Gonzalo sono calciatori diversi, che incidono diversamente, e quindi valgono due cifre diverse. Un giusto conguaglio, a nostro parere, potrebbe aggirarsi intorno ai 15 milioni: minusvalenze evitate per entrambe, e calciatori, a loro modo, accontentati.

Sempre che il Chelsea non decida di smettere di cincischiare, e accontenti davvero Sarri. Che non ha chiesto inizialmente Caldara, bensì Rugani e il suo Pipita. I blues, in effetti, 100 milioni li metterebbero pure sul piatto, ma poi Marotta dovrebbe fronteggiare una serie di problemi.

1) Resterebbe col solo Caldara da scambiare col Milan, quindi auto-costringendosi a pagare Bonucci cash (cosa che non vuole neanche il Milan, che non vuole ritrovarsi a fine mercato facendosi prendere per il collo da terzi).

2) Avrebbe venduto entrambi i migliori giovani della difesa sua e del calcio italiano. Lo si è visto in Italia - Portogallo di stasera, la finale dell'Euro U19 (a prop che ha confermato ancora una volta che, esclusi loro e Romagnoli - che non a caso per il Milan è incedibile - il calcio tricolore fatica notevolmente a trovare e crescere centrali difensivi di valore.

3) Dovrebbe fronteggiare l'ira dei suoi tifosi, inevitabile per il ritorno di quello che non è certo visto come il figliol prodigo, dovendosi anche difendere dalla reazione scatenata dal punto 2).

Morale della favola, il piano Juve è chiaro e convinto: vendere Rugani al miglior offerente (che potrebbe essere anche il Milan), e Caldara solo nel caso in cui Leonardo molli e accetti il diritto di riacquisto. Altrimenti partirà solo uno tra i due, oltre, ovviamente, a Higuain. Sul quale peraltro la morsa del Chelsea s'è allentata, dopo i primi summit di sabato. Già, perché ai 100 - "e sto" - messi sul piatto dagli inglesi, Marotta ha controbattuto: facciamo 115, và. Troppi, oggettivamente. D'altra parte al Beppe pigliatutto servono per portarsi a casa uno tra Milinkovic e Pogba, mica c***i. Roba che farebbe tacere, dopo CR7, ogni possibile tifoso affranto per il ritorno di Bonucci.

Insomma, un magma convulso fatto di caselle e pretendenti, in cui scaricanti e scaricati cercano casa. La troveranno, in ogni caso: quando negli affari due parti su tre prendono posizione, difficilmente poi la soluzione del rebus non si trova. Anche se alla fine non è necessariamente la più naturale.

Quella che probabilmente sarebbe andata meglio a tutti, difatti, ancora non è stata vagliata: Rugani al Chelsea, Caldara al Milan con una recompra molto più alta, Bonucci alla Juventus.

E Higuain? 

Beh, nel calcio in cui CR7 lascia Madrid e Bonucci torna a Torino dopo un anno, la sua casa naturale sarebbe il Napoli.

[Alert: questa non è una trattativa reale, ma solo un ardimentoso arzigogolo colloquiale]

Già. Sappiatelo, è una città emozionale e emozionante che difficilmente ripudia totalmente, dopo aver amato alla follia. Così come Bonucci verrà accettato dai tifosi bianconeri per scopi oggettivamente utilitaristici, Higuain verrebbe, seppur gradualmente, accettato da quelli azzurri per lo stesso motivo per cui qualsiasi uomo a cui la propria donna ha fatto le corna, crollerebbe comunque ai suoi piedi, magari per un'ultima notte di passione. Una notte che servirebbe forse pure a De Laurentiis, a cui Ancelotti ha chiesto, giustamente, un nome importante, e che Giuntoli fatica a reperire.

Di Cavani non parliamo proprio: se c'è una collocazione esatta del termine "suggestione" di mercato, questa va avanti da circa 3 anni e riguarda appunto il come back del Matador. Balotelli Aurelio non lo vuole, Benzema "è vecchio", Milik resta un'incognita per motivi strutturali, e Inglese non è detto che sia pronto. A differenza dell'argentino. Che - statene certi - preferirebbe tornare lì dove è stato re, a guidare la rincorsa contro la vecchia rivale, certo di giocare ancora la Champions per anni.

L'esatto contrario di quanto potrebbe fare a Milano, dove rischierebbe di essere solo un brodino. A Napoli, direte voi, sarebbe una minestrina, che non sempre è buona.

Ma la minestra, sappiatelo, è come l'amore: i primi cucchiai sono troppo caldi, gli ultimi sempre troppo freddi. A meno che non venga riscaldata. Vero, Leo?