Spesso lo sport nel weekend o durante le festività regala gioie, spettacolo ed emozione. Ma questa domenica di fine gennaio, non resterà indimenticabile per il gol bellissimo di Insigne o per il derby delle papere o il gol dell’ex di Nainggolan. Il weekend non sarà quello delle ragazze dello sci.

Ci sono momenti in cui perfino il nostro amato fantacalcio passa in secondo piano. Come le festività natalizie del 2013 saranno ricordate per il dramma di Michael Schumacher, questa domenica sarà per sempre quella del Mamba. Kobe Bryant che volava da un canestro all’altro è morto volando in elicottero con sua figlia e altri 7 passeggeri. 41 anni dedicati quasi interamente al basket, un sorriso contagioso, una malattia chiamata vittoria a consumarlo e a regalare agli appassionati un piccolo grande Micheal Jordan bis. 

Un ragazzone che si era formato in Italia, che parlava italiano quasi meglio dell’inglese e per questo fa ancora più male. Un talento spaziale, diventato grande attraverso passione, lavoro, sudore e voglia di vincere. Spesso la differenza la fa la volontà. E con quella di Kobe Bryant si potevano spostare le montagne. Un altro maledetto elicottero lo ha strappato a chi lo amava. Ma le sue migliaia di punti, le sue schiacciate, i suoi trofei non saranno mai dimenticati. Mai. Un gigante buono, soprattutto un gigante dello sport. Non solo della pallacanestro. Con una storia sportiva fantastica, ed una vita spezzata all’improvviso senza una maledetta motivazione che faccia trovare pace a milioni di fan e soprattutto alla sua famiglia.

Grazie di tutto campione, riposa in pace.