Arriva la sosta per le Nazionali, mai cosi importante. Il ricordo della sventurata Italia, eliminata tristemente senza segnare dalla Svezia, è ancora vivo in tutti noi. Macedonia e poi, forse, Portogallo. Non esattamente una passeggiata di salute.

Il calcio italiano da 12 anni nelle coppe internazionali conta come il 2 di Spade a Briscola, quando regna Denari. La Nazionale di Mancini ha regalato a Wembley un momento di estasi irripetibile, ma se analizziamo gli ultimi 12 anni anche da quel punto di vista, quello Azzurro, in realtà, è un cielo nuvolosissimo.

Dalla finalissima contro la Francia, Berlino 2006, non abbiamo mai più giocato una partita secca in un Mondiale. Abbiamo vinto un Mondiale ed è iniziato il declino. Fuori ai gironi nel 2010, idem nel 2014. Non qualificati nel 2018, causa Svezia per l’appunto. Solo pochi mesi fa le parate di Donnarumma, il muro di Bonucci e Chiellini, le galoppate di Chiesa, ci conducevano sul tetto d’Europa. Oggi siamo qui a pregare di ottenere un pass che, ci dovrebbe spettare di diritto da campioni in carica di un titolo cosi importante, ma che invece abbiamo lasciato due volte con Jorginho a 11 metti dalla porta Svizzera.

Ricapitolando, abbiamo vinto il Mondiale in Germania ed è iniziato il buio. Ora abbiamo vinto l’Europeo e siamo a rischio del secondo campionato del mondo consecutivo. Brutto e invernale, poco affascinante e lontano dai fasti del Brasile 2014.

Ma se ogni volta vincere anziché una partenza diventa un arrivo, meglio perdere e costruire. Da Calciopoli è arrivata Berlino. Da Ventura è arrivata Londra. Un pò di programmazione potrebbe aiutare, Nazionale e anche i Club. Il tempo dell’ improvvisazione è finito, servono persone e programmi seri.

Con e senza pass per il Qatar, bisogna che l’Italia comprenda i propri errori. Per tornare come venti anni fa, il calcio numero uno al mondo. Non conta vincere, ma costruire e ritornare forti. Vincere è poi una conseguenza, quando si fanno le cose a modo.

Intanto Forza Italia, ma da Aprile testa bassa e lavorare. Che due Mondiali senza Italia, non ce li meritiamo.