Il calcio italiano in Champions League è, per il secondo anno consecutivo, in mano all’Atalanta. Serve un’impresa quasi impossibile a Madrid per non peggiorare il rendimento dell’anno scorso quando proprio la Dea salvò l’onore italiano sfiorando la semifinale. Ma l’Atalanta prima della cura Percassi-Gasperini lottava in una zona di classifica che non prevedeva le coppe. E non dovrebbe essere sulle sue spalle tutto il peso del calcio italiano.

La Juventus tre anni fa ha deciso di puntare tutto su Cristiano Ronaldo. Rinunciando a completarsi in altri ruoli, mettendo il Re al centro di tutto. Per fare quel salto di qualità che le consentisse di non vincere solo in Italia ma anche in Europa. Il risultato, da questo punto di vista, è stato fallimentare. Non solo è a rischio lo scudetto, ma in Champions League, nei tre anni di Cr7 sono arrivate con Allegri, Sarri e Pirlo tre eliminazioni precoci su tre.

La grandezza di Ronaldo e della sua carriera non è in discussione. La reale utilità per la Juventus aldilà del nome e del merchandising si. Un investimento da oltre 300 milioni di euro, doveva portare un vantaggio maggiore. La partita contro il Porto, pessima e suggellata da un atteggiamento in barriera (e non solo) quantomeno discutibile, ha scoperchiato un vaso che si era riempito da tempo. In questa stagione quando si è alzato il livello delle partite, Ronaldo non ha quasi mai fatto il Ronaldo che conosciamo. Juve-Atalanta, Inter-Juve, Milan-Juve fino ad arrivare alla doppia sfida col Porto. Il 3-0 allo Spezia o il 3-1 al Sassuolo al novantesimo, non sono i gol che questo straordinario calciatore ha regalato per anni.

C’è di più. Ronaldo salta Benevento-Juventus in campionato per giocare con Ferencvaros in Champions in un girone già quasi archiviato, perché i record vengono probabilmente prima di tutto. E ancora in Juventus-Lazio, solo pochi giorni fa, la Juve ribalta e gioca un match di alto livello senza bisogno di aggrapparsi a lui.
Che il ciclo sia finito o meno, conta poco. Ma il triennio di Ronaldo alla Juve è stato molto diverso da come ce lo aspettavamo. Più bella che utile come operazione direbbe l’avvocato Agnelli.

Oggi alla Juventus serve ripartire dai Federico Chiesa. Serve alla Juve, alla Nazionale e in generale al calcio italiano. Serve la fame e la voglia. Servono stipendi sopportabili e supportabili. Serve al calcio italiano perché non sarà un caso che proprio l’Atalanta sia la squadra con i bilanci migliori in serie A. Programmazione, stadi di proprietà e bilanci in ordine. Altrimenti a Marzo come ogni anno staremmo qui a leccarci le ferite per un calcio che in Europa, da 10 anni, vede Spagna, Germania e Inghilterra, non col binocolo ma col cannocchiale.