David Trezeguet tende la mano alla Juventus. L'ex centravanti bianconero ha commentato alla "Gazzetta dello Sport" la vicenda delle ultime ore che ha colpito il club, proponend in caso di necessità un ritorno in società.

Sul caso Agnelli

«Sono molto colpito, è stata una notizia arrivata da un giorno all’altro. Mi pare si tratti di una questione soprattutto burocratica, amministrativa. Ci saranno dei cambiamenti, ma Andrea Agnelli ha fatto un lavoro straordinario: lo stadio, il centro sportivo, la seconda squadra… È stato un esempio. Ora John Elkann dovrà capire come gestire la situazione e bisognerà dargli tempo. Mi hanno colpito i tanti cambiamenti. Da Allegri a Sarri e Pirlo, poi di nuovo Allegri. Una politica basata sui giovani, poi un mercato con giocatori di esperienza. Difficile vincere così».

Su Calciopoli

«Anche allora fu un cambio rapido. Io decisi di rimanere perché sentivo il bisogno di restare. È stato molto naturale, vedendo il club in difficoltà. Alla Juve ho vissuto dieci anni da calciatore e sette in società. Ho fatto il corso da d.s. in Spagna per conoscere un’altra tipologia di calcio. Nel 2021 ho scelto di chiudere da ambassador e di rientrare sul lato sportivo, non c’è stata la possibilità di farlo alla Juve ma per me la Juve è sempre casa. Avevo un progetto per il River Plate con un candidato presidente con cui avrei lavorato da d.s., però le elezioni non sono andate bene. Ora lavoro con la Fifa ma sento che il mio ruolo ideale è in un club, un tramite tra i giocatori e i dirigenti. Mi piace l’idea di far capire al dirigente e al giocatore un altro punto di vista».

Sul possibile ritorno

«Io, per la Juve, ci sono: se mi richiamerà, tornerò. Credo fortemente che gli ex giocatori debbano avere un ruolo importante nei club. Ci sono altre persone che devono decidere ma credo di poter essere utile: ho conosciuto la Juve in campo e alla scrivania».