63 minuti in campo contro l'Inter, poi 90 in campo contro Atalanta e Bologna: non aveva mai giocato così tanto Andrea Belotti, 22 anni tra meno d'un mese, acquisto più costoso dell'era Cairo, e finalmente in gol, dopo 14 giornate.
Ventura ne ha centellinato le presenze in campo per mesi, prima di affidare alle sue robuste spalle l'attacco granata: l'ex Palermo, dopo aver stentato un po', contro il Bologna però s'è sbloccato, ed ha ritrovato il gol perduto. Il suo 7° in Serie A, primo stagionale, è anche uno dei più belli: stop di petto, progressione irresistibile e fendente preciso all'angolino basso. Un gol, per intenderci, alla maniera dei grandi centravanti, quelli a cui si ispira il ragazzone di Calcinate.
Un investimento anche fantacalcistico che adesso, probabilmente, vale la pena fare: l'indicatore più sostanziale risiede difatti nella scelta di Ventura di non alternarlo - come ha praticamente fatto, sinora - con Maxi Lopez, ma di far entrare il Galina al posto dell'inamovibile Quagliarella. Lo stato di forma e mentale di Belotti, d'altra parte, è finalmente arrivato ad ottimo punto, e adesso si fa grossa fatica a tenerlo fuori: il 7 in pagella, però, non è solo il doveroso premio per la rete, ma anche il riconoscimento ad una partita interamente dedita alla squadra, che grazie al suo lavoro sale e si può permettere anche un migliore possesso palla.
E allora, pronti a fare quello che potrebbe rivelarsi un affarone nel girone di ritorno? A questo punto, la sua titolarità non può che consolidarsi. E Maxi Lopez? Turnerà, con Quagliarella e con lo stesso Belotti, ovviamente. Ma non più davanti, nelle gerarchie.