“Mi sorprende la passione che ha Gianluigi Buffon, ha un anno meno di me, ne ha 39. E’ vero che giocare in una squadra vincente ti aiuta. Io ho smesso perché era un anno difficile, con tutte le dicerie sul cambio di società ho deciso di smettere perché mi pesava un po’ andare a Milanello.” Così Christian Abbiati a Tutti Convocati su Radio 24 in merito al suo ritiro nel 2016 e aggiunge: “Non è facile ammetterlo e dire di aver perso la passione, ma bisogna essere consapevoli di tutto quanto e prendere in mano la situazione: ne ho approfittato. Avevo un altro anno di contratto ma ho preferito prendere la mia strada, ed è stata la soluzione migliore, ho lasciato spazio a Donnarumma ed Alessandro Plizzari. Ho fatto a settembre la mia prima partita nelle Vecchie Glorie, e mi ha colpito l’agonismo, la sana voglia di vittoria, dei campioni di una volta”. Sui portieri della nazionale aggiunge: “Donnarumma, Plizzari, Meret: la scuola dei portieri italiani funziona”.

“Ha tutto quanto per diventare il dopo Gianluigi Buffon.” Così su Donnarumma e aggiunge: “Ha i numeri, tutto. Ha 18 anni, può migliorare ancora tantissimo, ha il carattere giusto per fare il portiere, è calmo. Aveva 16 anni, con una squadra non era delle migliori quando ha esordito, e la pressione di San Siro non è facile da gestire”. Abbiati aggiunge anche: “E’ uno che non si accontenta, che gli piace il suo lavoro, ha passione. Può migliorare ancora di più con i piedi, ma da quando lo conosco è già migliorato tanto anche lì. Oggi il ruolo del portiere è cambiato molto rispetto a quando ho iniziato io”.

“Il mio ‘battesimo’ di Donnarumma in Milan-Roma? L’ho messo a fuoco dopo, in tv: gli voglio bene, l’ho visto crescere, mi è venuto spontaneo farlo. Lui mi ha ringraziato per questo”. Così Abbiati commenta il suo gesto d’affetto a Donnarumma nella sua ultima gara in carriera.