Allo stato attuale è molto difficile ipotizzare la permanenza di Gattuso sulla panchina del Milan per la prossima stagione. Se i risultati non miglioreranno il tecnico calabrese potrebbe rischiare il posto già prima, ma il panorama degli allenatori attuali sul mercato non sembra stuzzicare troppo le fantasie dei tifosi e nemmeno di Fassone e Mirabelli. La dirigenza ha comunque la necessità fin da ora di mettere le basi per la prossima stagione, partendo proprio da un allenatore importante anche considerando le limitazioni legate al Fair Play Finanziario che verosimilmente renderanno più complicato il rafforzamento della rosa. 

Fra i possibili candidati oggi il favorito per la panchina rossonera è Mancini, reduce da un periodo non particolarmente esaltante allo Zenit San Pietroburgo che potrebbe portarlo a interrompere l'avventura russa ben prima dello scadere del suo contratto prevista fra due anni e mezzo. Proprio su questa insoddisfazione proveranno a fare leva Fassone e Mirabelli, forti degli ottimi rapporti personali con l'allenatore cementati all'epoca del comune passato nelle fila dell'Inter. Inoltre Mancini è un tecnico di caratura internazionale, conosciuto anche in Oriente e appetibile quindi anche per le implicazioni economiche e di consolidamento del brand Milan in Asia, mercato designato fin dall'inizio come centrale nel nuovo corso iniziato con l'avvento alla presidenza di Yonghong Li

In questi mesi ci saranno però da limare due ostacoli non da poco. Il primo è l'elevato ingaggio che Mancini percepisce allo Zenit (quasi 8 milioni) e che il Milan non ha intenzione di replicare. Su questo punto la strategia è contare sulla voglia dell'allenatore di lasciare il calcio russo per tornare in Italia, rinunciando se possibile a parte dei soldi garantitogli dal club di San Pietroburgo. Il secondo è la possibile corte della Nazionale, da sempre obiettivo dichiarato del "Mancio". Ma anche qua la motivazione economica potrebbe avere il suo peso, questa volta a favore del Milan. La FIGC non sembra infatti in grado di garantire al tecnico uno stipendio in linea non solo con quello garantito dai russi ma nemmeno con quello inferiore ma comunque sostanzioso che potrebbero offrire i rossoneri.