Ospite di Sky nel salotto di 'E poi c'è Cattelan', il tecnico blucerchiato Sinisa Mihajlovic. Il serbo ha raccontato la sua vita da allenatore ma anche il passato da calciatore: il tutto intriso d'un'atmosfera rilassata che ha prodotto un'intervista davvero interessante. Questi i tratti più interessanti.

 

IL PUNIZIONISTA LETALE - "Quando ero piccolo colpivo sempre i campanili delle chiese per hiventare capitano delle varie squadre, a mò di gioco ma anche di sfida verso i miei compagni. Tirando lontano dalla porta erano più pericolose, perché avevano il tempo di cambiare la loro traiettoria. Ancora oggi a fine allenamento mi fermo con i miei portieri a calciarle. Solitamente lo facciamo al lunedì o al martedì così almeno hanno tempo per riprendersi. Nel '91, quando giocavo nella Stella Rossa, i tifosi già si abbracciavano per esultare prima di calciare dal limite dell'area avversaria".

 

LO STILE - "I miei calciatori vestono tutti malissimo. Io gli ripeto sempre che si vestono al buio. Per fortuna hanno degli sponsor che coprono con le tute. Quando giocavo io invece avevamo tutti più o meno lo stesso stile, oggi c'è più varietà".

 

IL RAPPORTO CON FERRERO - "Lui mi ama? Io però amo mia moglie. Addirittura mi ha cantato “passerotto non andare via”, è forte".

 

 

 

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