Ivica Iliev, ex attaccante di Messina e Genoa e oggi direttore sportivo del Partizan, ha parlato alla Gazzetta dello Sport del futuro di Duasan Valhovic alla Juventus dopo aver venduto la punta alla Fiorentina di Corvino. L'ex ds dell'attaccante ha indirettamente confermato le voci di mercato sul possibile passaggio alla Juventus.

Intervista al ds del Partizan Belgrado su Vlahovic


Si è mai pentito per questo?


«No, ero arrivato al Partizan da poco, nell’ottobre 2015. A 36 anni, e c’erano anche altri dirigenti che decidevano. Non sono stato contento di come se ne sia andato, con un altro anno a Belgrado l’avremmo venduto meglio. Darlo via per 1,5 milioni era poco, ma il club aveva bisogno dei soldi subito, per non fallire».

Iliev su Dusan da bambino


Lei arrivò al club che Dusan aveva 15 anni: com’era?

«Debuttò in prima squadra quasi 6 mesi dopo che io ero diventato d.s. ed era già un fenomeno. Non scherzo. Il mio miglior giocatore di sempre. Era fortissimo; con Tomic, il tecnico, decidemmo di portarlo subito in prima squadra. Si vedeva dove sarebbe arrivato, anche per il fisico già sviluppato, le qualità tecniche, la testa sempre sulle spalle. Non si spaventò nemmeno nel derby a 16 anni».


Ma questo ragazzino già pro’ come ragionava?


«Carattere incredibile, volontà che ci metteva e ci mette. Non aveva e non ha distrazioni, pensa solo al calcio, a migliorare e diventare più bravo, non si lamenta mai, non si ferma mai. Non si perdeva un allenamento, pure a 16 anni e anche nei giorni liberi andava da solo ad allenarsi, o dopo le sessioni si fermava a tirare da varie posizioni. Anche perché la famiglia viveva vicino allo Zemun, il nostro centro sportivo».

Ilevi sul passaggio di Valhovic alla Juventus


Per lui meglio la Juventus o la Premier?


«Dusan in Italia sta bene per il suo tipo di gioco, in un gran club di A sarebbe il massimo. Può giocare con Dybala o all’Arsenal. Con le sue qualità tecniche e fisiche può giocare ovunque. Poi la Juve è bianconera come il Partizan... È il più importante club italiano, un centravanti come lui vale oltre 70 milioni, ti risolve i problemi per 10 anni. Ora gli consiglierei l’Italia che già conosce, dove può crescere e non perdere tempo ad ambientarsi».


A chi somiglia?


«È unico, e lui stesso non sa quanto ancora può migliorare».