Lasciare l'Italia è stato difficile. E' anche per questo che Gervinho è tornato, lì nel paese che lo aveva accolto a braccia aperte e dove aveva conosciuto la sua maturità calcistica. Ottenuta anche grazie a Garcia, definito come un padre, e a un campionato ritenuto competitivo.

Non è ancora al meglio, ha assicurato Gervinho, che vorrebbe rimanere a Parma fino al 2021. Al CdS, il giocatore ha parlato anche del rapporto con i tifosi della Roma, che ha giurato di non dimenticare pur sottolineando le difficoltà quotidiane incontrate nel periodo giallorosso. 

IL RITORNO IN ITALIA - "L'Italia mi è mancata tanto, troppo. Appena ho saputo che sarei potuto tornare, ho detto no alle altre offerte. Ho trovato il calcio italiano più competitivo e migliore tecnicamente. Chi vince? La Juve. Il miglior Gervinho deve ancora materializzarsi, ho un contratto fino al 2021 che vorrei rispettare, qui sto benissimo".  

ANDARE VIA DA ROMA - "Facile? Per nulla. È una delle più belle città al mondo. È Magica. Anche se io ho visto una sola volta il Colosseo, mi blindavo in casa con gli amici. E sfuggivo. A cosa? All'affetto dei tifosi. Sono abbastanza riservato, mi faceva piacere, ma per me contano campo, lavoro e famiglia. Roma ti stritola d'affetto, di passione, se stai in centro per shopping o per prendere un aperitivo è una processione. E quelle cose mi sono rimaste in testa, indimenticabili"

IL RAPPORTO CON I TIFOSI - "Il loro non era semplicemente affetto, piuttosto amore nei miei riguardi. Amore vero, non dimenticherò. Mi sono tenuto in contatto con Nainggolan e ho nostalgia del ristorante La locanda: carbonara da favola".

IL RAPPORTO CON GARCIA - "Un padre. Rapporto stupendo. Parlava, parlava, parlava, una macchina. Non soltanto in campo, ma soprattutto fuori. Mi teneva lì, mi spiegava cosa dovevo fare e cosa dovevo evitare. Mi aveva voluto con forza, non potrò dimenticare. Sono cresciuto come uomo, Garcia è stato indispensabile per la mia crescita. Non esisterà un altro allenatore legato a me come lui".