Intervistato dal "Corriere dello Sport", l'attaccante della Sampdoria Manolo Gabbiadini ha parlato di quando ha scoperto di essere positivo al Coronavirus e del futuro del calcio italiano.

Coronavirus, parla Gabbiadini

"Ora è tutto a posto. La prima settimana ho avuto un giorno la febbre, altri 5-6 una brutta tosse. In più non sentivo gli odori e avevo mal di schiena. Neppure la seconda settimana ero al 100%, poi si è sistemato tutto".

"Prima della telefonata del dottor Baldari ero sereno e credevo di essere negativo. Mi ricordo quando mi disse il contrario, ci sono rimasto male: ero a casa con mia moglie e due bambini piccoli e non volevo crederci. Il primo pensiero è stato per loro e un po' d'ansia l'ho avuta. La prima settimana ho dormito da solo, isolato in una parte della casa. Mai avrei voluto trasmetterlo a loro. Dalla seconda settimana ho cominciato a usare guanti e mascherina".

"E' inevitabile pensare a dove puoi aver preso il virus, ma è impossibile trovare una risposta. L'importante è che ora alla Samp stiamo tutti bene. Passo la giornata guardando serie tv su Netflix e allenandomi, dopo 15 giorni dalla positività ho ripreso con la cyclette e gli elastici seguendo il programma che lo staff tecnico ci manda ogni sera su WhatsApp".

"Finire la stagione? Non spetta a me dirlo. L'obiettivo di tutti è ripartire, nella vita in generale. Ma nella maniera giusta per non ricascare nel problema. All'inizio sarà dura perché non si potrà uscire liberamente come prima, ma quando ci sarà il vaccino le cose pian piano torneranno normali".