Cristian Volpato si racconta. Intervistato dal "Corriere dello Sport", il talento della Roma classe 2003 ha parlato della sua avventura in giallorosso (è già arrivato il primo gol in Serie A), grazie alla quale ha anche attirato su di sé l'interesse di qualche club (come il Sassuolo, che pensa a lui nell'affare Berardi).

Sulla scelta dell'Italia

"E’ una grande emozione. Anche a Roma ormai mi riconoscono per strada, mi urlano Daje, mi incitano. E’ bello. Ma ora non devo fermarmi, ho tanta strada da fare. Il mio sangue è italiano. I miei nonni paterni sono di Treviso, quelli materni di Napoli e Messina. Ho sempre pensato che un giorno avrei voluto indossare la maglia azzurra. L'Australia mi voleva, ma ho già in mente un altro obiettivo: il Mondiale del 2026 con l’Italia. Lo dico senza presunzione, per carità. So benissimo che prima devo superare tanti altri esami. La mia carriera è appena cominciata. Però ci spero".

Sull'inizio della sua carriera

"E’ stato tutto molto naturale. Quando avevo 4 anni, mio nonno Sergio mi ha tirato un pallone sui piedi. Non ho più smesso di giocare. Ho cominciato a giocare con l’accademia di un ex calciatore italiano, Andrea Icardi, sono passato al Sydney e lì ho attirato l’attenzione di Tony Basha, direttore di un’altra accademia che mi segnalò a Fabrizio Piccareta, all’epoca allenatore dell’Under 17 della Roma. Ho passato il provino e mi hanno tesserato".

Sul trasferimento in Italia

"Non è stato semplice, lo ammetto. Ma sarebbe stato molto più duro senza mia madre Claudia, che è stata importantissima per me e ha mollato tutto per accompagnare i miei sogni".

Su Totti

"E’ un orgoglio per me. Francesco è un secondo padre, oltre che una leggenda. Prima di arrivare a Roma, non avevo capito fino in fondo cosa rappresentasse Totti per i romanisti. Ora mi è chiaro. Per me è un supporto fondamentale. Mi dà sempre consigli, mi guida, mi insegna. Non potevo chiedere di meglio per crescere. Non vorrei fare paragoni perché io sono all’inizio e lui è un dio del calcio. Diciamo che nel ruolo siamo simili, perché siamo entrambi trequartisti. E abbiamo un’altra cosa in comune. Il suo primo gol in Serie A assomiglia al mio, quello che ho fatto contro il Verona. Ho visto il video, Francesco però era più giovane".

Su Mourinho

"Il migliore allenatore possibile. Già quando ero in Australia sognavo di poter lavorare con lui. Ed è successo".

Sul futuro

"Non lo so, non ne ho idea. In questo momento penso a vincere l’Europeo con gli azzurri. Sarebbe un titolo importante per il nostro movimento. C’è tempo per pensare alla prossima stagione".

Volpato (Getty)
Volpato (Getty)