Roberto Mancini torna, forse per l’ultima volta, sulla querelle che l’ha visto protagonista negli ultimi giorni e che sta impazzando su tutti i media italiani e non solo. L’allenatore nerazzurro ha affidato al suo sito ufficiale il suo pensiero riguardo il diverbio con Maurizio Sarri e il clima concitato che si è creato successivamente: "Le esternazioni nel dopo gara di Napoli sono semplicemente in linea con la mia storia e la mia cultura calcistica. Non chiedo di condividere il mio modo di stare nel calcio, ma pretendo rispetto: in queste ore si sta montando una polemica e si stanno creando fazioni che spostano l’attenzione dal vero problema!”.
Mancini ha proseguito: “Vorrei che si mettesse un punto a questa storia che è stata oggetto di fin troppe strumentalizzazioni. Non ultima quella secondo cui, 15 anni fa, sarei stato perfino autore dello stesso insulto nei confronti di un giornalista, cosa non vera: non ho mai utilizzato quel termine perché non ha mai fatto parte del mio linguaggio. Ribadisco la mia delusione, ma vorrei che la concentrazione tornasse ora sui nostri obiettivi sportivi e sulla prossima partita, fondamentale per il prosieguo della stagione dell'Inter”.
Ma il giornalista della Gazzetta dello Sport Alessio Da Ronch non ci sta e ribadisce che l’episodio degli insulti ricevuti da Mancini ai tempi della Fiorentina è realmente accaduto: “Iniziò a inveire contro di me dicendomi che mi inventavo le cose e scrivevo cazzate. Io gli dissi che con quelle premesse non valeva la pena discutere, me ne andai e allora lui mi insultò in vari modi: tra i vari epiteti c’era anche frocio. Non c’è stato più un chiarimento, sono passati 15 anni e ancora non mi rivolge la parola, anche se probabilmente per quell’episodio mi sarei aspettato delle scuse”.