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Il Dottor Fabrizio Tencone, uno dei più esperti traumatologi dello sport, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a Tuttosport dell'infortunio di Arthur Melo e della sua operazione. Il centrocampista brasiliano non poteva essere operato prima.

Infortunio Arthur: ecco cosa è successo

«Quando c’è una contusione muscolare si forma un po’ di ematoma. Nel 99 per cento dei casi l’ematoma si riassorbe, in qualche caso invece questo non succede completamente oppure si verificano delle complicazioni. Le complicazioni più frequenti sono la formazione di una ciste, di una calcificazione oppure di una trasformazione in osso: una miosite. Nel caso di Arthur, appunto, si è formata una calcificazione». 

Arthur non poteva essere operato

Perchè non si è operato prima Arthur?

«Perché, evidentemente, è stato riscontrato che la calcificazione che si è formata aveva bisogno di un tempo definitivo per “maturare”. Perché se tu la asporti prima che sia diventata una vera e propria calcificazione definitiva hai praticamente il 100 per cento di rischio che si riformi . E’ dunque probabile che i medici della Juventus abbiano voluto attendere un tempo apparentemente maggiore ma evidentemente necessario prima di intervenire». 
 

Come funziona l'intervento?

 

«Viene fatto un taglio a livello della parte laterale della gamba, esterna al polpaccio. Poi spostando i muscoli, che dunque non vengono intaccati, si arriva sulla parte ossea dove bisogna “scalpellare via” la calcificazione. Bisogna asportarla usando dei veri e propri scalpelli chirurgici». 

I tempi di recupero di Arthur Melo
 

Tre mesi per recuperare?

«Potrebbe bastare qualcosina in meno, magari. Ma stiamo parlando di un caso piuttosto raro e atipico, e credo sia per questo che i colleghi della Juventus non vogliano dare ai ragazzi, al mister, a tutti delle aspettative un po’ troppo semplici. Suppongo che il giocatore dovrà stare un po’ a riposo con degli scarponi specifici che si chiamano walker: sono dei tutori bloccati. A seguire: progressivamente appoggia, progressivamente cammina, progressivamente si muove e progressivamente riprende l’attività di preparazione sportiva. Però, step by step, giocoforza, passano le settimane. Per questo motivo i tempi non sono così immediati». 
 

Come starà al ritorno in campo?

«Il recupero verosimilmente non implica problematiche: l’atleta torna a star bene perché non aveva nulla di rotto. Aveva una sorta di saldatura tra la tibia e il perone e nei movimenti soprattutto di rotazione questa saldatura gli faceva male: le ossa non sono abituate ad essere bloccate l’una con l’altra. Una volta tolta questa saldatura, visto che appunto Arthur non aveva nulla di rotto e danneggiato, non c’è motivo ad oggi di pensare a complicanze e situazioni particolari».