Ospite del Social Football Summit che quest'anno si svolge a Torino presso l'Allianz Stadium e di cui Fantacalcio.it è partner ufficiale, il direttore sportivo del Milan Igli Tare ha parlato del momento dei rossoneri, attesi dal derby con l'Inter, e del suo lavoro da direttore sportivo.
Milan, le parole di Tare
"Sono entrato alla Lazio per firmare un contratto da giocatore e sono uscito con un contratto da direttore: conoscendo il presidente Lotito è tutto possibile. Penso sia stato più visionario lui, in tre anni da giocatore aveva capito tante cose sulle quali io non ero ancora pronto” ha esordito. Di seguito le sue parole. Sono stato curioso anche da giocatore di capire come funzionavano le società. Ho sempre voluto entrare in profondità. All’epoca ero anche il capitano della nazionale e albanese, prendere una decisione così in fretta aiuta. Così ho deciso e sono andato dai miei ex compagni, presentarmi nella veste di direttore sportivo è stato il discorso più difficile da fare ai compagni”.
L'eredità di Sabatini
“Una persona e una mente straordinaria, ho imparato tanto da lui, è stato un punto d’aiuto. Da calciatore? Ho lasciato il mio paese a 16 anni, poi ho fatto un anno e mezzo in Grecia e 9 in Germania, sono esperienze importanti. Direttore da campo o da costruzione? Tutti e due: per costruire una squadra vincente serve il rapporto quotidiano, io sono presente a quasi tutti gli allenamenti per capire le sfumature e sentire l’umore di tutti. Se dovessi scegliere? Devi conoscere tutte le problematiche che porta questo lavoro, quando devi gestire squadre con dei grandi campioni che devono trovare il loro spazio.
Ho cercato subito di entrare nel mio lavoro, non ho avuto il tempo perché dopo due settimane era partito il ritiro ed era una cosa nuova, alla quale dovevo abituarmi. Ho aperto le porte per tutti, volevo imparare il colloquio con la gente. I primi tre mesi sono stati molto utili. Io mi sento molto giovane (ride, ndr). Dobbiamo rimanere giovani nella testa”.
Il derby
“Da tifoso del Milan da bambino per me è speciale, spero sarà uno spettacolo, ma queste sono partite che si vincono, non si giocano. Importante ma non fondamentale, il percorso è ancora molto lungo e ci sono ancora tante partite, sarà importante per dare più credibilità al nostro progetto. Allegri? Ci sentiamo parecchio, abbiamo un bellissimo rapporto quotidiano anche in campo, e una persona profonda e vive con emozione”.
Il mercato di gennaio?
"Non ne abbiamo parlato, ti do un risposta politica (ride, ndr). Abbiamo toccato punti di vista ma senza andare in profondità. Saremo molto attenti a qualsiasi opportunità che riterremo giusta per aiutarci. Non penso ci staranno squadre protagoniste, saremo pronti per raccogliere qualche occasione se sarà utile”.
Il lavoro alla Lazio
“In 15 anni abbiamo portato una squadra che aveva un salario massimo di 500 mila, ad arrivare a giocatori come Luis Alberto, Immobile… che guadagnavano più di 4-5 milioni di euro. Obiettivo per far tornare il Milan al successo? Sarei un bugiardo a dire “non voglio vincere lo scudetto”. Per vincerlo penso che il percorso più corto sia attraverso tante sfumature, e il progetto tanto radicale, abbiamo portato 19 giocatori e ne abbiamo mandati via 23. Siamo sulla buona strada, ho questo desiderio di vincere qualche trofeo importante con questo club glorioso. Siamo in linea? Dobbiamo essere umili. A stare con Ibrahimovic ti diverti sempre”.