La chiamata della Romania, la gioia dei genitori, il fascino della Nazionale italiana. E poi l'esperienza allo Spezia con Vincenzo Italiano, le difficoltà, il ritorno tra i professionisti: Daniel Boloca si è raccontato in una lunga intervista concessa a Cronache di Spogliatoio. Il centrocampista del Sassuolo ha iniziato bene la stagione con la maglia neroverde, collezionando 11 presenze e 1 gol; Di seguito le parole di Boloca.

Le parole di Boloca

Le parole di Boloca: "La prima chiamata arrivò dalla Romania: i miei genitori sono nati lì e sono arrivati in Italia da extracomunitari. Non avrei mai pensato che una nazionale potesse convocarmi. È stata una sensazione bellissima per i miei. Io non ero sicurissimo, avevo dei dubbi. Quando sono arrivato in Romania, mi sono reso conto dell’errore. Non capivo niente! Parlavano velocissimo, mi ritrovavo a pranzo o a cena con i giocatori che provavano a integrarmi, e io che sorridevo e annuivo come uno stupido. Ero davvero in difficoltà. Un mese dopo, ci fu la chiamata dell’Italia per uno stage in cui il ct Roberto Mancini voleva valutare alcuni giovani e calciatori di Serie B. Ero al settimo cielo, accettai e capii quale sarebbe stato il mio destino. Con il senno di poi, ho sbagliato ad accettare quella convocazione. Ero completamente fuori strada. Ma non potevo saperlo prima. Se vai in Nazionale, devi farlo con il cuore. E per quanto gli fossi grato, non era quello il caso".

Le parole di Boloca (Getty Images)
Le parole di Boloca (Getty Images)

Sull'esperienza allo Spezia

Sull'esperienza allo Spezia: "L’allenatore era Vincenzo Italiano: in due mesi, mi ha trasmesso cose clamorose, aperto la mente. I tempi di gioco erano altissimi. Loro vanno ai play-off, io mi lesiono il menisco mediale e devo operarmi. Lo Spezia mi è stato molto vicino. Vincono i play-off e vanno in Serie A: mi avevano fatto sentire uno del gruppo, parte integrante. Dopo pochi giorni, cambia il proprietario. E quindi, cambia la dirigenza. Quel pre-contratto non si concretizza. Avevo appena toccato il cielo con un dito. Ed ero nuovamente senza squadra. Il direttore Angelozzi, che mi aveva voluto a Spezia, mi chiamò: 'Daniel, stai tranquillo. Ovunque andrai, ti vorrò con me'. Pochi mesi più tardi ha firmato con il Frosinone: la sua prima mossa? Prendermi. Non smetterò mai di ringraziarlo".