Fabrizio Corsi, Presidente dell'Empoli, ha parlato del momento della squadra toscana nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport.

Intervista a Fabrizio Corsi

Bologna

«Lo scorso anno siamo stati bravi e anche fortunati, ma ricordati che all’andata abbiamo perso 3-0 e ci è andato tutto storto». 
 
Cominci già a piangere? 
«Non piango, ma ormai si entra nel vivo del campionato e i margini di errore sono sempre più ridotti». 
 
Non ha mai vinto in campionato al Castellani? 
«E questo fatto non è che mi garbi tanto, sai per la legge dei grandi numeri ci può essere sempre una prima volta. Ma non può e non deve essere venerdì. L’anno scorso per l’Empoli contro il Bologna fu la vittoria del rilancio, spero che risucceda. L’ambiente lo vedo bello compatto, in momenti come questi Empoli con il suo equilibrio sa fare corpo unico con la squadra e ciò ci rende più forti». 

Fabrizio Corsi sui tre allenatori


 
Nicola?
«Lo conoscevamo per aver pagato direttamente la sua bravura, avevamo undici punti di vantaggio sul suo Crotone, alla fine i calabresi si salvarono e noi andammo giù». 

Perché non lo hai portato subito quando avete esonerato Zanetti? 
«Per la venerazione che abbiamo nei confronti di Andreazzoli, che ci ha regalato soddisfazioni importanti e ha completato anche lo sviluppo e la crescita di tanti nostri calciatori. Poi purtroppo è successo che i risultati della squadra non convivevano con le nostre prestazioni». 
 
Cosa vuoi dire? 
 «Che ci siamo trovati di fronte a un bivio: o continuare a giocare bene, rischiando di andare giù o cambiare». 

Perché Zanetti non si è ripetuto? 
«Era il meno colpevole, gli abbiamo anche completato in ritardo la costruzione della squadra, ma ormai è andata così, pensiamo al domani». 

Fabrizio Corsi sul Bologna


 
Stagione del Bologna? 
«Già aveva chiuso bene il campionato passato, a ciò aggiungi una proprietà importante, un direttore straordinario come Giovanni Sartori e un grande allenatore innovativo che sa migliorare tutti i calciatori che gli dai come Thiago Motta e abbiamo detto tutto. Devi ricordarti sempre una cosa». 
 
Ds? 
«L’ho conosciuto nel 1995, veniva sempre a Empoli a vedere Birindelli. Lo seguì a lungo per il Chievo, poi un giorno mi chiamò e mi disse “Birindelli non è più per il Chievo, è da grande squadra”. A fine campionato lo cedemmo alla Juve. Gli aveva fatto la fotografia giusta. E a distanza di tanti anni è ancora un grandissimo “fotografo”». 
 

 Senza Zirkzee?
«È da Champions ed è un piacere vederlo giocare, ma lo ammetto, domani sarà un piacere non vederlo». 

 
   
Presidente, perché hai ceduto Baldanzi alla Roma a gennaio? «Noi siamo una società che deve sempre guardare ai conti, poi perché tutte le volte che abbiamo trattenuto un calciatore ci siamo accorti di aver sbagliato».