Gary Medel si racconta. Il centrocampista del Bologna, ormai stabilmente impiegato da Mihajlovic come centrale di difesa e fresco di rinnovo di contratto, ha concesso un'intervista alla "Gazzetta dello Sport". Ecco i passaggi principali.
Sul possibile gol col Bologna
"Mi manca una cosa. Fare un gol per la gente di Bologna: ne ho fatto uno solo in A. Ecco: se lo faccio vado a San Luca a piedi…".
Sul futuro a Bologna
"Rinnovo? Perché sto bene e la mia famiglia adora la città, perché è un club organizzato, in crescita che si è comportato bene con me. Specie quando nel 2021 sommando tutti gli infortuni sono stato fuori un totale di otto mesi. Volevo tornare in Cile e finire col calcio: non riuscivo a trovare pace, riprendevo e… ricadevo. Ecco, in quei momenti il club mi ha sorretto e seguito e curato. Ingaggio ridotto? E’ anche un gesto di gratitudine".
Sulla scorsa estate
"Sinisa mi prende e mi fa: “Gary, sappi che giocherò a quattro dietro e i due centrali titolari saranno Soumaoro e Bonifazi. Tu sei il 3° o il quarto. Se vuoi restare e guadagnarti il posto, vedi tu...". Gli dico: bene, me ne vado, non posso non essere titolare. Io sto male se sto in panchina. Ero quasi già in Spagna, all’Elche. Poi? Mi alleno come sempre, gioco due gare, vado in nazionale e da via chiamo famiglia e manager: restiamo a Bologna. Deciso".
Sulla difesa a 4
"Mi ha aiutato, è vero. E magari mi aiuterà ad arrivare a giocare fino a 38 anni, l’idea di traguardo che ho. Stare centrale nei tre, poi, mi fa vedere bene tutto il campo. Non avendo un’altezza notevole mi piace avere tutta la situazione sotto controllo".
Sul rigore di Venezia
"Uno sbaglio grosso. Non mio".
