Un'indicazione sul futuro, oltre a una suggestione subito sgonfiata: "Non farò l'allenatore, non è nelle mie corde. Sostituire Milik al Napoli? E' una squadra forte e mi piace molto, la città è affascinante, ma ormai sono troppo vecchio. Continuerò a fare questa vita, a giocare finché ce la farò. Gente come me, Totti e Del Piero nasce una volta ogni 50 anni".
Sul passato: "Non rimpiango nulla, sono una persona fortunata, ho realizzato i miei sogni. Barcellona? Il tridente in cui giocavo e quello di oggi con Messi, Suarez e Neymar si equivalgono. Luis Enrique è bravissimo a gestire il gruppo, è uno dei migliori allenatori del mondo. Iniesta, Suarez e Neymar danno spettacolo sempre. E Messi merita un altro Pallone d'Oro".
Nel suo cuore un posto speciale occupa anche il Milan: "Difficile immaginarlo senza Berlusconi. Ma la vita va avanti, le cose cambiano. Di sicuro è complicato giudicare senza conoscere le situazioni. Maldini sarebbe stato un grande dirigente. Lui è la storia del Milan, ha sangue rossonero nelle vene, conosce tutto di quel club".
Tanti sono i gioielli brasiliani che militano nel nostro campionato e che trovano il gradimento di Dinho: "Felipe Anderson mi piace perché ha tecnica, velocità e potenza. È completo, non gli manca niente. Gabigol ha un fiuto del gol eccezionale, è giovane, farà la storia del club nerazzurro. Con Gerson ho giocato nel Fluminense, con il sinistro fa quel che vuole. Ma ai giovani brasiliani bisogna dare il tempo di ambientarsi, non è facile cambiare tutto".
Chiusura sulla previsione in ottica scudetto: "Le concorrenti sono valide e a me divertono le sorprese: non è detto che la Juventus vincerà di nuovo".