5.5 - 5 - 5.5 - 4 - 6: questi gli ultimi 5 voti di Mario Gomez, senza neanche uno straccio di bonus e peraltro con l'handicap del rigore, pesante, fallito la scorsa giornata. Un andamento non più in linea con il suo recupero psico-fisico, ormai completato se si considera che l'infortunio è ormai alle spalle. Il problema, pare, sia mentale. Mario ha perso ogni convinzione, oltre che certezza, e fatica tanto a trovare il gol quanto l'autostima.
C'è addirittura chi scrive che il tedesco sia spaventato davanti alla porta. Sempre più piccola, sempre più difficile da avvicinare. E Montella, adesso, se n'è accorto: da grande attaccante qual era sa bene fin quando è momento di osare, e quando bisogna arrendersi, cercando alternative. Oppure stimoli: in tal senso degli input tecnico-tattici, ma non solo, arrivernno da Alino Diamanti, sin dalla prossima disponibile - se non dal 1' almeno - a partita in corso. In tal senso le imbeccate dell'ex Guangzhou saranno decisive per risvegliare un istinto da killer ormai sopito.
Che potrebbe, peraltro, continuare a riposare, forzatamente, anche nel prossimo turno. Le parole di Montella, in tal senso, ieri, dopo l'ennesima prestazione opaca, sono state chiare e lapidarie: "Spero sia più decisivo, mi aspetto di più. Siamo abituati a vederlo in altre dimensioni, ora è il momento di tirare un po’ le somme. E mi aspetto di più da lui". Tradotto: ora basta. O si sveglia, o Gomez inizierà, nonostante il suo blasone e valore assoluto, a fare panchina. Anche perché a breve tornerà un certo Babacar, che ha dimostrato di non meritare, e per nulla, l'esclusione. A differenza di Mario Gomez.