L'11 maggio di tredici anni fa i rossoneri affrontavano altri nerazzurri, in una partita storicamente più sentita. Finì 0-6 con le doppiette di Comandini e Shevchenko e Clarence Seedorf, che rossonero non era, dovette abbandonare Hakan ?ükür e Pacheco in panchina per subire l'ondata di passione primaverile del Diavolo. Contro un'Atalanta che ha poco da chiedere alla sua stagione, oggi il Milan si gioca quel che resta dell'Europa all'Atleti Azzurri d'Italia. Avrebbe dovuto indossare la terza maglia della stagione 14/15, simil verdeoro per omaggiare i colori brasiliani nell'anno del mondiale (che Kakà vedrà in televisione), vestirà invece il completo total white: colpa del giallo confondibile con le casacche di Rizzoli e Consigli e dei pantaloncini verde scuro, simili a quegli orobici.
PRIMO TEMPO - Abbiati squalificato, Taarabt in panchina, Seedorf sfrutta il fuso orario favorevole (in Giappone fischio d'inizio alle 19.30 locali) per schierare Honda dal primo mimuto. Mossa che si rivela inadatta al gioco ed allo stato di veglia dei malcapitati spettatori: cantanti sulle tribune, appisolati sui divani di casa. Gioca meglio la Dea, che spinge coi duttili Raimondi e Brivio e inventa con gli eclettici Moralez e Bonaventura, la palla a Denis in qualche modo arriva sempre, ma il Tanque si fa più pericoloso da uomo assist al ventiquattresimo, quando Carmona sciupa l'1-0. I rossoneri scelgono d'iniziare a macinare metri di campo sul finir di primo tempo: l'arma del delitto che non si compie è il destro anomalo di Balotelli, potente al punto da far vibrar la traversa al quarantunesimo. Altro? No, giusto una chilena di Nigel de Jong che pare un po' Gattuso, un po' Mexes e un po' album delle figurine Panini, poi tutti negli spogliatoi senza recupero.

De Jong mostra la banana ai tifosi dell'Atalanta (Getty Images)
SECONDO TEMPO - Si scaldano Pazzini e Stephan El Shaarawy, che il 27 gennaio 2013, sulla cresta dell'onda (senz'acca), segnò il gol decisivo proprio in questo stadio. Il Faraone entra per Honda ad inizio ripresa: delusi i fan dagli occhi a mandorla, felici i sostenitori del numero 92. Come l'ultima delle provinciali, il Milan di Seedorf trova il vantaggio in contropiede ringraziando l'offerta di capitan Bellini, che deposita alle spalle di Consigli il cross di Muntari per il più classico degli autogol. La gara s'accende, in tutti i sensi, quando lo sciagurato Constant arpiona la caviglia di Carmona in area: Rizzoli non ha dubbi e concede un rigore che Denis non sbaglia. Mentre Mexes e Raimondi si scornano come cervi (entrambi ammoniti da un Rizzoli in versione Trofeo Birra Moretti), dagli spalti piovono fischi e banane, ma de Jong e Constant non imitano Dani Alves e si limitano ad inviare ironici applausi al tifo atalantino. Gli sforzi degli uomini di Seedorf sono ancora riposti nel talento del 45, che al novantesimo coglie un palo pazzesco da fuori area, ma al novantaseiesimo a far piangere i rossoneri ci pensa Brienza, che da 35 metri trova l'incrocio dei pali col sinistro. Finisce 2-1 dopo oltre sei minuti di recupero, Europa più lontana, ora, per il Milan.
ATALANTA-MILAN 2-1 (0-0)
MARCATORI: 52' Bellini (aut.), 67' Denis (R), 96' Brienza
ATALANTA (4-3-2-1): Consigli; Raimondi, Benalouane, Bellini, Brivio; Baselli (74' Migliaccio), Cigarini, Carmona; Maxi Moralez (87' Brienza), Bonaventura (70' De Luca); Denis. All.: Colantuono
MILAN (4-3-1-2): Amelia; De Sciglio, Rami, Mexes, Constant; Montolivo, de Jong, Muntari (76' Taarabt); Honda (46' El Shaarawy); Kakà (81' Pazzini), Balotelli. All.: Seedorf
Alan Bisio