Pierpaolo Marino, responsabile dell’area tecnica dell'Udinese e uomo navigato nel calcio da più di 40 anni, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport in merito al ricorso del club friulano contro la gara Udinese-Atalanta giocata domenica.

Udinese, Marino sul ricorso

L’obiettivo è quello di rigiocare in condizioni di regolarità per questo è arrivato il ricorso?
«Questa è materia di avvocati. Ma se è stato depositato il reclamo vuol dire che ci sono fondati motivi».


Insomma, non vi va giù.
«Quella di domenica è stata una partita fantasma. Abbiamo dovuto chiamare dei ragazzi che stavano a casa sul divano dicendogli di venire la domenica mattina alle 10 in ritiro per giocare. L’autorità sanitaria ci aveva bloccato l’attività fino al 9. Da una settimana questi calciatori non si allenavano. Beto si è negativizzato all’ultimo, con tampone e conseguente visita cardiologica. Non giocavamo una partita dal 18 dicembre a Cagliari e pure la Primavera era ferma da tempo».

Marino sullo stop al campionato


Lei che provvedimento avrebbe preso?
«Avrei fermato il campionato per due turni. Il giorno della Befana. Già quattro partite erano saltate, compresa la nostra. Dovevamo andare a Firenze. Era la soluzione migliore. Rinviavi tutto e riflettevi al meglio sulla situazione che si è creata».

Ieri pomeriggio avete avuto un’altra tegola: si è aggiunto un calciatore positivo che è sceso in campo contro l’Atalanta.
«Capisce che guaio può essersi creato? Quel calciatore può aver contagiato gli avversari e anche qualche altro compagno in spogliatoio dove il contatto era ovvio, all’intervallo e dopo la partita dove per forza dovevano far la doccia».


Voi avete il precedente della partita in casa del 21 dicembre non giocata con la Salernitana, cosa ne pensa?
«Se ci sono i provvedimenti della Asl perché hai tanti giocatori positivi si interrompe l’attività. Se ne hai 11-12 come fai? Fai come al torneo dei bar dove al mattino si fanno le convocazioni in spiaggia e la sera poi va a giocare? La regola dei 13 disponibili più un portiere non sta in piedi. Perché tra i 13 vengono conteggiati tutti quelli che non hanno il Covid, anche gli infortunati. Le faccio un esempio: Pereyra è fuori per tre mesi con la spalla a pezzi e per questa regola sarebbe tra i disponibili».

Intervista a Marino sulla possibile soluzione


Che modello va seguito?
«Concordo col presidente del Torino Urbano Cairo: quello inglese, decisamente più snello».


Qui si è cercato anche di salvaguardare il prodotto televisivo.
«Ma con questa situazione pubblicizzi soltanto un prodotto negativo».

SKY-VIDEO
Contenuto non disponibile