Massimiliano Allegri protagonista in una lettera su The Player Tribune: il tecnico della Juventus ha rivelato di aver pensato alle dimissioni, ed ha avuto tempo e spazio per tornare sul licenziamento avvenuto da parte del Milan e quelle provate dopo il gol di Mandzukic. 

DOPO IL GOL DI MANDZUKIC - "Quando ho visto che il tiro di Mandzukic si stava infilando alle spalle del portiere del Real Madrid ho pensato: "Wow, forse forse...". Poi quando la palla ha toccato la rete mi sono detto: "Ok, forse è la volta buona". E' stata un sequenza tecnica magnifica fatta dalla nostra squadra e conclusa da Mandzukic. Nella mia testa è un gol che non si può ripetere. Ti mostra la differenza che porta un club alla finale di Champions League".

CARDIFF -  "Non puoi essere soltanto grande, devi essere speciale. E noi abbiamo giocatori speciali, ma sfortunatamente il Real Madrid ne ha altrettanti. Dal secondo tempo ho capito che non avevamo i mezzi o gli strumenti che ci servivano. Avevo due giocatori che faticavano a stare in piedi per colpa dei loro infortuni e il Real Madrid ha giocato una partita intelligente. Hanno giocato rilassati in piena consapevolezza".

NON ERAVAMO I MIGLIORI -  "Per arrivare in finale serve talento e fortuna. Per vincere devi essere la squadra migliore. E questo può sembrare strano perchè quando ho lasciato il rettangolo di gioco quella notte sapevo che noi non eravamo la squadra migliore. E' stato tutto molto semplice".

VOLEVO DIMETTERMI - "Ho lasciato Cardiff con la squadra e sono ritornato in Italia. La sera dopo ero a casa e mi sono posto una domanda difficile: E' la fine del mio percorso? E questo il punto massimo a cui posso portare questa squadra? Ho pensato se era questa la pagina finale della mia storia alla Juventus e una parte di me spingeva per recarmi in sede lunedì e rassegnare le dimissioni. Però ripensando alla mia infanzia, a mio padre che era un agricoltore, alla passione che ho nell'insegnare calcio, nel migliorare i giocatori, perciò la mia decisione sul futuro è diventata molto personale. So che ho ancora molto da dimostrare e da insegnare. Perciò quella notte ho deciso Questa è una nuova occasione, una nuova stagione".

L'ESONERO AL MILAN - "Quando penso al giorno più importante della mia vita non pensa agli scudetti o alla Champions League. E' stato quando sono entrato negli uffici del Milan e sono stato licenziato anche se non è stata una sorpresa. Sapevo che sarei stato esonerato. Sono stati rispettosi nel dirmelo, ma questo non mi ha evitato lo sconforto. Gli esoneri sono parte del lavoro, ma nulla ti può togliere, nel tuo cuore, il fatto di aver fallito. Quando ho lasciato il Milan l'ho visto come un fallimento del mio lavoro".

L'INIZIO ALLA JUVE - "Quando sono arrivato alla Juventus 3 anni fa, non ho cambiato molto all'inizio perchè il club arrivava da tanti successi con Conte. Ma lentamente, insieme all'arrivo di nuovi giocatori sono passato oltre costruendo una squadra come la vedevo io. Più forti in attacco e più flessibili in difesa. Quell'anno abbiamo raggiunto la finale di Champions League tutti insieme. L'ho vissuta come una prima a La Scala. Non c'è nulla così, è come un'opera".