Giorni nell'occhio del ciclone, per Aurelio De Laurentiis. La conferenza stampa di ieri continua a fare rumore, anche lontano da Napoli. La città di Bari ha reagito duramente alle parole del patron azzurro, trascinandosi dietro un clima di contestazione che ha finito con il tappezzare la città pugliese con striscioni durissimi, diretti alla famiglia De Laurentiis.
De Laurentiis-Bari, le dichiarazioni che hanno scatenato tutto
"Molti ci hanno accusato di non investire nei giovani, di non aver fatto il vivaio del Napoli ma questo non è vero. Avere una seconda squadra come il Bari e portarla dal fallimento sino alla soglia della Serie A e tirar fuori i vari Cheddira e Folorunsho, giocatori che sono di proprietà del Napoli, fa capire che siamo sul pezzo".
Striscioni contro la famiglia De Laurentiis: è contestazione a Bari
Dichiarazioni che hanno scatenato l'ira delle istituzioni e della piazza. In primis, il sindaco di Bari, Andrea De Caro, aveva invitato la famiglia De Laurentiis a mostrare il dovuto rispetto ad una realtà come quella biancorossa. Ora, il tifo organizzato barese è tornato a far sentire con durezza la propria voce, tappezzando la città di striscioni diretti alla presidenza: "LDL servo di tuo padre", "Secondi a nessuno", "Andate via da Bari". Questi per citarne i più edulcorati.
E a pensare che lo stesso Luigi De Laurentiis aveva preso le distanze da quanto detto dal padre Aurelio, nel tardo pomeriggio di ieri.
"È inutile che ci giri intorno: devo dissociarmi dalle dichiarazioni rilasciate da mio padre, presidente dell'altra squadra della Filmauro. Così come non sempre un figlio la pensa come il padre, può accadere che due soci non condividano la stessa visione aziendale. Voglio credere che le parole di mio padre siano state mal interpretate o che lui stesso non si sia espresso con chiarezza, perché ovviamente non è possibile parlare del Bari derubricandolo a seconda squadra del gruppo non solo perché non è vero ma, inoltre, non rende giustizia alla storia di questa piazza".