Esordio in giallorosso: gol. Seconda partita: gol. Terza partita: assist (peraltro stupendo). I voti: 7.5, 7, 6.5. Praticamente un sogno, il ritorno in Serie A di Stephan El Shaarawy, "ripudiato", nell'arco di sei mesi, prima dal Milan, che lo ha ceduto al Monaco; poi dai transalpini, che non lo hanno riscattato a una sola presenza dall'obbligo d'acquisto; poi nuovamente dal Milan, che lo ha visto rientrare e poi successivamente ceduto nel giro di pochi giorni proprio alla Roma. 

E, per il momento, non si può certo dire che l'investimento fatto da Sabatini (1,35 milioni di euro per il prestito, con diritto di riscatto per 13) non sia stato proficuo.

 

In realtà non in moltissimi, tra i fantallenatori, speravano in un avvio così devastante del Faraone, impiegato molto arretrato, rispetto alla consuetudine, da Spalletti. Il neo mister giallorosso lo ha utilizzato sia da esterno mancini a tutto campo (a 4 ma anche a 5), che da esterno offensivo del tridente (ieri, nella ripresa), che da rifinitore, a supporto di Dzeko e/o del finto nueve Perotti, a sua volta sbloccatosi ieri, dopo lo stupendo pallonetto dello stesso italo-egiziano.

 

Una crescita che non si può non sottolineare, e che spinge tanto i fantallenatori che ancora devono lavorare all'asta di riparazione quanto il C.T. Antonio Conte a valutarlo a fondo. Il nuovo El Shaarawy corre, si impegna, supera gli avversari come birilli e soprattutto è decisivo come non mai in zona gol, dove dà sempre l'impressione di poter essere pericoloso. Una notazione, però, è doverosa: ieri è tornato in condizione, ed in campo, Lucas Digne, che teoricamente potrebbe giocarsela con lui per un posto sulla corsia sinistra, dove sia in caso di 3-4-2-1 che di 3-5-2 ci sarebbe posto per un solo fluidificante. Diverso il discorso in caso di 4-3-3 e di 4-2-3-1. Entrambi i moduli sono stati impiegati, contro la Sampdoria, prima e dopo l'inserimento di Dzeko (con conseguente arretramento di Florenzi in difesa, e di Perotti dietro il bosniaco): in tutti e due i casi El Shaarawy ha agito da ala offensiva d'attacco, di sinistra, con licenza di accentrarsi e di concludere con il destro. Anche il ritorno in pianta stabile di Digne, quindi, sempre a meno che Spalletti non torni nuovamente al centrocampo a 5, non mette in dubbio la presenza del Faraone. Che da ora in poi ha altre 14 tappe davanti a sé, per tornare ad essere il top-player fantacalcistico che fu nel 2012, e per aspirare, sempre più legittimamente, ad una maglia azzurra in Francia.