Fabio Miretti si racconta. Intervistato da "Dazn", il centrocampista della Juventus, a sorpresa utilizzato spesso da Allegri in questo inizio di stagione, ha parlato della sua carriera tra passato, presente e futuro.

Sulla carriera da calciatore

"Quando ho iniziato a giocare a calcio era il mio sogno, non c’è stato un momento preciso. Quando sono entrato alla Juve ero un bambino, ho sempre dato per scontato il contrato e che avrei dovuto studiare per avere un futuro. Esordio alla Juve? La situazione a centrocampo era corta, io però non pensavo di giocare titolare. Entrare alla Juve così giovane, facendo tutta la trafila, ti fa maturare più in fretta. Però è anche una cosa caratteriale, da quando sono bambino sono sempre stato un leader in squadra. Poi sono stato capitano per parecchi anni a livello giovanile, è una cosa che ho dentro".

Sugli idoli

"Il mio idolo da bambino era Nedved, non so perché in realtà. Ero piccolino, guardavo la Juve e mi piaceva: non come può piacermi adesso De Bruyne, mi piaceva perché faceva goal. Volevo farmi crescere i capelli come lui, li portavo a caschetto. Ora il mio punto di riferimento è De Bruyne: di lui mi piacciono la visione e il modo con cui passa la palla, oltre a vedere le cose sa come farti arrivare il pallone, è qualcosa su cui so di dover migliorare e per quello mi ispiro a lui".

Sui giovani

"Secondo me non è vero che i giovani in Italia giocano poco. Adesso ho avuto un po' di spazio in più io, sta giocando Scalvini che è della mia stessa età. Forse all'estero hanno meno paura a buttarli dentro, però poi quello che giudica è sempre il campo. Scalvini mi piace, abbiamo sempre giocato contro nei campionati giovanili e insieme in Nazionale, è molto forte".

Sul momento della Juventus

"Indipendentemente dal periodo, noi giocatori dobbiamo fare il massimo per vincere. E' una questione di responsabilità e attaccamento alla maglia. Sappiamo che gli infortunati ci potrebbero dare una mano, però quelli che vanno in campo hanno una responsabilità a prescindere dagli assenti. Siamo la Juve e dobbiamo vincere. Sono 'gobbo' da cima a fondo, lo sono sempre stato".