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Marco Branca, ex ds dell'Inter, ha parlato nel corso di un'intervista concessa al Correire dello Sporr del ritorno in Italia di Mourinho. L'ex direttore sportivo nerazzurro, che aveva portato per la prima volta lo Special One in Italia, oggi ha commentato il progetto dei Friedkin.

Intervista a Branca su Mourinho

 

«Solo al Tottenham non è andato bene È un allenatore tutt’altro che finito»

Branca, qual è stata la prima reazione quando ha saputo che la Roma aveva preso Mourinho?

«Una grande soddisfazione perché credo che lui abbia scelto la piazza giusta. Anzi, perfetta. Roma è piena di passione, di voglia di riscatto ed è affamata di calcio. In un ambiente del genere José rende al massimo perché è un tecnico che vive di stimoli. Più ne trova all’esterno e più il suo rendimento cresce».

Intervista a Branca su Mourinho

Quali sono i pregi del Mourinho allenatore?

«Ha una grandissima dedizione al lavoro: non si stanca mai di stare sul campo o nel suo ufficio a cercare la soluzione migliore agli eventuali problemi. Nella sua testa c’è il desiderio di ottenere i migliori risultati possibili ovvero di vincere».

 

E i pregi dell’uomo?

«E’ una persona leale e sincera che vive di calcio e dedica una grande fetta della sua giornata alla squadra per la quale lavora. Come tutti ha degli sbalzi d’umore che però si ricompongono nel giro di 24 ore e che sono dettati delle emozioni che il calcio trasmette».

Le è capitato di discuterci?

«In due anni non è possibile essere sempre d’accordo. Sfido chiunque a non litigare mai, ma abbiamo avuto un ottimo rapporto».

Il ricordo più bello che vi unisce è la notte di Madrid del 22 maggio 2010?

«Sinceramente no. Quella notte abbiamo vinto la Champions, ma i momenti più belli sono stati quelli della quotidianità, alla Pinetina e in trasferta. Nella mia carriera da dirigente non credo di essermi mai divertito tanto come con lui: preparava ogni partita con un’attenzione maniacale, ma aveva battute e atteggiamenti da fuoriclasse per sdrammatizzare ogni momento. Era ed è un perfetto psicologo».

Intervista a Branca su Thiago Pino

Per un dt come lei e Tiago Pinto è impegnativo lavorare con lui?

«Assolutamente no. Io mi sono trovato bene con lui perché ti dà sempre la possibilità di discutere e di confrontarsi. Si può anche litigare, ma tutto si ricompone perché lui ha come priorità il bene del club».

Nella rosa della Roma chi saranno i giocatori chiave per Mou?

«Non voglio sconfinare nel campo di altri. Dico solo che tutti coloro che resteranno a far parte del gruppo, e mi auguro siano il più possibile, di sicuro trarranno vantaggio dall’arrivo di José. Porterà la sua grande esperienza, la voglia di vincere e l’ambizione che ha addosso. In più, arricchirà tecnicamente e tatticamente tutti i calciatori che gli saranno messi a disposizione».