Goran Pandev a 360 gradi. L'attaccante del Genoa, che quest'anno ha eguagliato e superato i 100 gol in Serie A, ha parlato del suo passato in Italia e del proprio futuro professionale ai microfoni di "Cronache di Spogliatoio". Ecco i passaggi principali.

Sulla sua condizione fisica

"Forse sono così carico perché sono alla fine. Sicuramente è il lavoro quotidiano, tutti i giorni. Alla mia età per star bene devi lavorare, devi allenarti più di prima, più di quando eri più giovane. Pensi a quello che stai mangiando, ad andare a letto prima, devi fare tanti sacrifici: li facevo anche prima, ma ultimamente di più perché a questa età i sacrifici ci vogliono per giocare a questi livelli, non è facile. Poi in Nazionale abbiamo fatto un’impresa bellissima".

Sul passato alla Lazio

"Il 2-2 col Real Madrid? Aveva una grande difesa. A pensarci oggi mi sa che non tocco palla, ero più giovane. Sì mi ricordo quella partita, ho fatto 5 anni e mezzo alla Lazio, secondo me i migliori della mia carriera. Le partite più belle le ho fatte con la Lazio, con Delio Rossi che m’ha dato tanto, mi ha dato anche fiducia per giocare. Ho fatto tante belle partite alla Lazio e tanti gol, ho giocato in tanti ruoli, non solo attaccante, anche da esterno, quando è arrivato Di Canio. C’erano Rocchi, Muzzi, Peruzzi, Oddo, Inzaghi, giocatori importanti. Una bella esperienza".

Sul passaggio all'Inter

"Mi ricordo che ero fuori rosa alla Lazio, abbiamo risolto la causa e mi sono liberato dalla Lazio. Dopo mezz’ora dallo svincolo, mi hanno chiamato: ‘Devi venire all’Inter, sono Mourinho, devi venire da noi’. Gli ho detto ‘Mister ma come faccio a giocare? C’è Eto’o, c’è Milito, sono stato fuori rosa 6 mesi, non ho fatto una partita, non voglio venire là così...’. Mi ha detto: ‘Se tu stai bene e meriti giochi’. Poi il primo giorno l’ho incontrato alla Pinetina e mi ha detto ‘Questo, questi, non li devi seguire, devi fare la tua vita...’. Poi lui è uno molto sincero, ti fa sentire importante anche se giochi poco. Mi ricordo all’Inter, anche quelli che giocavano di meno gli volevano bene in una maniera incredibile. Ogni giocatore quando non gioca ha sempre qualcosa contro l’allenatore. Noi eravamo un gruppo molto forte ma è tutto merito suo perché ha creato una famiglia. Anche se non eravamo i più forti abbiamo vinto la Champions".

Sul futuro

"Io parlo spesso con i miei ex compagni, tipo Stankovic. Mi dicono: ‘Gioca finché ce la fai, c’è sempre tempo per smettere’. Poi io non ho avuto tanti infortuni gravi, forse per questo sto ancora fisicamente bene. C’è gente che ha smesso prima di me perché ha avuto tanti infortuni. Resterò a vivere in Italia, ormai sono qua da vent’anni, metà della mia vita l’ho passata qua. Poi sono arrivato a 17 anni, quindi tranne il solo anno in Turchia, tutta la carriera l’ho fatta qua".

Pandev (Getty)
Pandev (Getty)