Diego Godin si racconta. Il difensore del Cagliari è stato intervistato dai microfoni dei colleghi spagnoli di "As": di seguito vi riportiamo i passaggi più importanti.

Sulla lotta salvezza

"Già al Cerro in Uruguay avevo vissuto situazioni simili. Dopo tanti anni in Europa a lottare per vincere titoli è più difficile. Sono venuto al Cagliari per dare una mano, l'idea era aiutare la squadra a lottare per l'Europa League, fare un passo avanti, ovvero ciò che voleva il presidente. Siamo entrati in questa situazione che genera un po' di ansia, un po' di nervosismo e per me, che sono uno dei veterani, molta responsabilità che mi assumo e con cui convivo. Fino alla fine saranno delle finali".

Su Simeone

"E' un grandissimo ragazzo, un pezzo di pane. Ha una grande attitudine, si allena bene, è sempre positivo, cerca di migliorarsi, parla con lo staff. E ha grande forza fisica che gli dà qualcosa in più vicino all'area. Ha tutte le qualità per provare un altro campionato come quello spagnolo, o la Premier... Vedo le qualità e poi ha una grande forza di volontà. Continuerà a crescere".

Sull'Inter

"Pensavo che avrei giocato nel mezzo della difesa, che è dove ero abituato a stare, facendo coperture e guidando la difesa. Ho dovuto fare un grande sforzo per cambiare la mia mentalità e il mio fisico, uno sforzo tremendo a 33-34 anni. L'ho fatto e ho finito facendo buone cose. Mi arrivano messaggi di affetto dai tifosi dell'Inter e questo non può essere un caso. Guadagnarsi questo tipo di rispetto non è stato semplice. Non sono rimasto per scelta del tecnico".

Sul futuro

"Non so se mi restano 2, 3 o 4 anni. Guardo stagione dopo stagione. Ora voglio aiutare il Cagliari a salvarsi. Sono qua per una scelta familiare. E' un grandissimo club, qua amano gli uruguayani e penso solo alla salvezza. Un po' più a medio termine voglio giocare la Copa America, vincerla e portare l'Uruguay al Mondiale, giocando il mio quarto".

Godin (Getty)
Godin (Getty)