Robin Gosens, difensore della Fiorentina, è intervenuto in conferenza stampa al fianco di Raffaele Palladino in vista del match di Conference League contro il Betis.

Fiorentina, Gosens in conferenza stampa

Di seguito uno stralcio del suo intervento:

"Io sto bene, la partita con l'Empoli è stata intensa ma ormai è passato. Siamo contenti dei tre punti. Domani ci aspetta una partita complicata... Antony l'ho beccato già con l'Atalanta in Champions quando era all'Ajax, so cosa sa fare: ama il dribbling e l'uno contro uno ma io credo in me e nelle nostre qualità di squadra. Sono molto fiducioso".

Sull'esperienza europea

"Potrebbe essere un valore aggiunto, le partite di Champions mi hanno dato tanto a livello calcistico, sono contento di aver fatto quel percorso e poterci mettere l'esperienza. Ai ragazzi ho detto che ci sarà pressione, ma sarà importantissimo godersi anche il momento. Una semifinale europea non capita ogni anno. Se ti prendi tutta la pressione che arriva da fuori ti blocchi da solo. Cerco di trasmettere tranquillità, quella che serve per andare in finale".

Su Firenze

"Io sono così da sempre, un giocatore che ha grande mentalità e prova a metterla in campo. Uno che cerca di trasmettere la voglia di vincere e la disciplina che serve per arrivare in alto. Anche qui lo faccio e sono contento che venga riconosciuto. Vengo da un anno abbastanza difficile in Germania, dove non mi sono trovato paradossalmente bene a livello familiare. Sono grato che la Fiorentina mi abbia dato la possibilità di tornare in Italia, la seconda casa, e forse è per quello che ho ancor più voglia di ripagare la fiducia che mi è stata data".

Sul match

"Le partite vanno affrontate con fiducia nelle proprie qualità. Se ti fai trasmettere ansia dall'ambiente... Deve essere uno stimolo per fare una prestazione importante. Giochiamo a calcio soprattutto per partite bellissime come queste. Riesci a fare la performance solo se credi nelle tue qualità e sarei contento se domani venisse fuori questo".

Su Kean

"Esserci e fargli sentire che ci siamo e gli vogliamo bene è la cosa più importante. Non servono tante parole, ma un abbraccio o un sorriso. Ci sono cose che vanno oltre al calcio, noi siamo come una famiglia: non gli abbiamo detto molto, se non che quando avrà bisogno ci saremo sempre. Questo vuol dire essere un grande gruppo, saper gestire anche situazioni non facili. Averlo fatto sentire a casa mi inorgoglisce".

Sul Betis

"Sono due squadre meritatamente in semifinale. Loro avranno voglia di arrivare in finale, ma anche noi. E non dimentichiamoci che c'è il ritorno a casa nostra".

Su Antony

"Lo rispetto ma voglio provare a limitarlo al massimo con la mia forza. Sicuramente è uno che fa la differenza nel dribbling: massima attenzione ma pure fiducia".

E ha continuato: "Il segnale è stato a Cagliari: venivamo da mille difficoltà dopo giorni senza hotel e vestiti per allenarsi... Lì abbiamo sbagliato i primi minuti ma abbiamo vinto e solo un gruppo forte, che crede nelle sue qualità, può farlo. E lì ho capito che il salto è stato fatto, anche se una-due partite non bastano, ora dobbiamo tenere duro fino alla fine della stagione. Ma sono convinto che lo faremo".

Su De Gea

"Dividere lo spogliatoio con un campione come David è un grande onore. Siamo quasi fratelli, passiamo tempo insieme in cui mi insegna qualcosa: cerco di imparare. Lui, me ed altri che hanno fatto esperienze abbiamo parlato e abbiamo trasmesso la voglia di giocare questo tipo di partite e andare oltre".