Diego Armando Maradona è morto per un arresto cardiorespiratorio: come riportato dalla testata argentina El Clarìn, Diego Armando Maradona è morto nella sua casa a Tigre dove si era trasferito dopo l'operazione alla testa alla quale si era sottoposto dieci giorni fa per la rimozione di un coagulo di sangue.

L'ex Pibe de Oro si è spento all'età di 60 anni da poco compiuti, dopo aver vinto da calciatore in Italia due scudetti e una Coppa UEFA con la maglia del Napoli tra il 1986 e il 1990 oltre ad un Mondiale con la Nazionale argentina nell'estate del 1986 in Messico.

Il governo argentino di Alberto Fernandez ha decretato un lutto nazionale di tre giorni a partire da oggi in seguito alla morte di Diego Armando Maradona. 

Diego Maradona è morto. Era stato operato pochi giorni fa

Oggi la notizia della morte di Diego Maradona. Pochi giorni fa, l'11 novembre, la notizia che sarebbe presto stato dimesso dall'ospedale dove era stato ricoverato per un attacco cardiorespiratorio.

Diego si era sentito male nel giorno del suo sessantesimo compleanno, venerdì 30 ottobre. Era stato ricoverato prima a La Plata, poi trasferito a Buenos Aires: alcuni tifosi lo avevano accompagnato, quantomeno virtualmente, fino alla fine del trasporto con l'ambulanza. Martedì tre novembre l'operazione al cervello per rimuovere un coagulo di sangue fuoriuscito dalle vene e che ha messo sotto pressione il cervello.

Il rientro a casa era guardato con ottimismo: la fase di recupero che Maradona avrebbe trascorso in una residenza privata vicino Buenos Aires era stata concordata dai medici e la famiglia di Maradona. 

Oggi, 25 novembre, la tragica notizia: Diego Armando Maradona non c'è più. Diego Armando Maradona è morto. 
 

Diego Maradona è morto: l'annuncio della Federazione argentina

Diego Armando Maradona, il saluto del Napoli

Il Napoli ha salutato Diego. Lo ha fatto con un messaggio apparso sui propri social: "Per Sempre. Ciao, Diego".

I giocatori del Napoli - tra cui Insigne, Mertens e Koulibaly, hanno invece salutato Diego sui loro profili privati. 

Non solo il Napoli ha salutato Diego. Anche Napoli città, infatti, si è mobilitata per salutare colui il quale ha rappresentato qualcosa di più di un semplice idolo calcistico: organizzata una doppia veglia, i tifosi partenopei si sono mobilitati per un ultimo saluto a Diego Armando Maradona

Nel frattempo, il comune di Napoli e l'amministrazione tutta della città stanno pensando di intitolare lo stadio San Paolo proprio a Diego Armando Maradona. De Magistris, sindaco di Napoli che nel 2017 aveva concesso a Maradona la cittadinanza onoraria, ha promesso ai napoletani su Facebook che il cambio del nome dello stadio - De Laurentiis avanzava l'ipotesi San Paolo - Maradona - si farà. 

Un saluto è arrivato anche praticamente da tutta la Serie A: nessun club ha voluto far mancare un messaggio per Maradona. 

La carriera di Diego Armando Maradona

Diego Armando Maradona nasce il 30 ottobre 1960 a Lanus, in Argentina. Soprannominato El Pibe de Oro, è stato tra i più grandi calciatori di tutti i tempi. 

Da giovane vestì le maglie dell'Argentinos Junior e del Boca Juniors, poi nel 1982 arrivò il salto in Europa. Maradona approdò al Barcellona, dove fu protagonista di stagioni complicate: a causa di un'epatite virale la prima annata fu compromessa e segnata dai problemi fisici che lo tennero per oltre tre mesi lontano dai campi, mentre la seconda fu caratterizzata da un infortunio subito dal difensore dell'Athletic Andoni Goikoetxea Olaskoaga. Successivamente, i risultati arrivarono, ma è nel 1984 che si compì definitivamente la storia. 

Accolto da circa 80mila persone, Diego Armando Maradona venne presentato allo Stadio San Paolo il 5 luglio 1984. Nel 1986-1987 il primo scudetto con gli azzurri, nella stagione '89-'90 il secondo. Ma il legame di Diego con il Napoli e i tifosi azzurri va oltre i trofei alzati al cielo: Maradona conquista tutti, è l'idolo di un popolo e di una tifoseria e diventa un mito che ancora oggi, in tutto il mondo e non solo a Napoli, continua ad esistere ed esisterà per sempre. 

Dopo l'esperienza al Napoli prima il ritorno in Spagna, al Siviglia, poi quello in patria, prima al Newell's Old Boys e successivamente al Boca. 

Anche con la maglia della sua Nazionale, Diego Armando Maradona è entrato nella storia: campione con l'Under 20 ai Mondiali in Giappone, è Messico 1986 il capolavoro di Diego. E' il Mondiale della mano de Dios, un gol andato oltre il mero significato calcistico: era la rivalsa dell'Argentina contro l'Inghilterra, un gol dai mille significati come spesso tutta la carriera di Diego è stata.
Con l'Argentina 91 partite e 34 gol realizzati: record poi tutti battuti successivamente. Ma quel che ha fatto Maradona per la Nazionale argentina, anche in questo caso, non può essere riassunto soltanto dai numeri. 

Fino al 1994 il Pallone d'oro era riservato ai soli giocatori Europei: all'apertura, nel 1995, Maradona ne vinse uno alla carriera. Ma i riconoscimenti internazionali sono molteplici, tra cui quello di miglior giocatore del XX secolo condiviso con Pelè. 

Da allenatore, Maradona ha ricoperto il ruolo di CT dal 2008 fino al mondiale in Sudafrica, dove l'Argentina uscì ai quarti di finale contro la Germania in una sconfitta per 4-0. La sua avventura finì con un esonero. Da allenatore ha vissuto diverse esperienze negli Emirati arabi. 

Il 25 novembre 2020, Diego Armando Maradona è morto a causa di un grave arresto cardiaco nella sua casa di Tigre.