Eppure la sua carriera non è sempre stata tutta rose e fiori. L'olandese ha infatti pubblicato la sua autobiografia in cui ha confessato di aver avuto un rapporto complicato con l'alcol, nato ai tempi in cui vestiva la maglia del Real Madrid ma poi in realtà proseguito anche negli anni successivi: “Sono stato lasciato solo e vedevo poco il piccolo. Perché restare soli quando hai abbastanza amici con cui passare il tempo libero? Non mi rendevo conto che la bottiglia di vodka era diventata la mia migliore amica“. Il riferimento è al piccolo Jessey, il figlio di Ramona Streekstra, la prima moglie di Sneijder che chiese il divorzio.
ERO GIOVANE... - “Ero giovane e apprezzavo il successo e l’attenzione. Più tardi qualcosa deve essere andata storto. Niente droghe, ma alcol e rock ‘n’ roll. Mi ci sono abituato, sei adorato come un vero giocatore. Non posso dire di aver resistito abbastanza“.
ROBBEN E VAN NISTELROOY - “Non mi rendevo conto che la mia migliore amica era la bottiglia di vodka e me lo hanno fatto capire gli altri. Ruud van Nistelrooy e così pure Arjen Robben mi martellavano, dicendomi di darmi una regolata o non avrei resistito a lungo continuando di questo passo. Non ero concentrato e il mio atteggiamento professionale non era degno del Real Madrid, mentivo a me stesso dicendomi che stavo facendo bene, ma in realtà sono riuscito a rimanere in squadra solo grazie alla mia intelligenza calcistica, perché fisicamente stavo precipitando”.
Anche il secondo matrimonio di Sneijder, con la modella Yolanthe Cabau, è finito: “Ho avuto un sacco di amici sbagliati, donne e alcool e la mia vita mi è sfuggita di mano in un modo terribile. Non so cosa mi abbia spinto a fare tutto questo... L’ego? I soldi? Il potere? La lussuria? Quando mi sono ripulito, ho confessato tutto a Yolanthe, la mia seconda moglie, e adesso soffro perché lei vive negli Stati Uniti. Era la donna dei miei sogni, ma l’ho persa perché ho rovinato tutto”.