Nulla di fatto! Le posizioni rimangono agli antipodi, anche se il primo, attesissimo incontro tra papà Jorge Messi e il presidente del Barça, Josep Maria Bartomeu, pare essersi svolto all’insegna della cordialità. E, in effetti, a entrambe le parti conviene trovare la via di un accordo amichevole, visto che il clan Messi, dopo una riunione fiume con i legali dello studio Cuatrocases da cui sono assistiti, si sono resi conto che, alla luce di quanto appare nell’ultimo rinnovo, non sono poi così sicuri di potersi trasferire a Manchester in tutta libertà, evitando strascichi giudiziari. Situazione tutt’altro che serena anche per il numero uno blaugrana, che oltre a rischiare seriamente di rimanere negli annali come il presidente che ha venduto o - le cose non cambiano poi troppo - ha lasciato fuggire Leo Messi, in caso di fuga a costo zero del Genio di Rosario rischia anche di veder sfumare una cifra verosimilmente prossima ai 300 milioni, tra denaro risparmiato per il mancato pagamento dell’ultimo anno di stipendio dell’argentino e il possibile prezzo del cartellino, che se incassati gli permetterebbero di blindarsi da un’eventuale richiesta di azione di responsabilità nei suoi confronti, per aver messo a ferro e fuoco le casse del club.

Dopo una giornata iniziata in primissima mattinata con l’apparizione di Jorge Messi allo scalo aeroportuale del Prat e, poi, proseguita tra inseguimenti, apparizioni e sparizioni che, nel tardo pomeriggio, avevano addirittura fatto pensare che l’incontro sarebbe potuto essere rimandato a quest’oggi, il padre procuratore di Leo e il presidente blaugrana si sono finalmente incontrati per l’atteso faccia a faccia. Da una parte Bartomeu, accompagnato dall’alto dirigente Javier Bordas. Dall’altra papà Jorge, spalleggiato dall’altro figlio, Rodrigo, e dall’avvocato Jorge Pecourt. Bartomeu, confortato dalla lettura dei legali del club, ha ribadito che Leo è tuttora legato al Barça fino al 30 giugno del 2021 e che può andarsene solo attraverso il versamento dei 700 milioni previsti dalla clausola. Quadro della situazione accompagnato dall’auspicio che il genio di Rosario, nel frattempo, abbia cambiato idea e che, magari, possa ripensare all’opportunità di finire per sottoscrivere quel rinnovo di due anni, pronto già da qualche tempo, che sembrava propenso a firmare non più di due mesi fa. Anche perché il nuovo tecnico Ronald Koeman, che per il terzo giorno di fila lo ha atteso invano sui prati della cittadella sportiva di Sant Joan Despí, continua a considerarlo pietra angolare del nuovo progetto.

Barcellona-Messi, scontro totale

Jorge Messi, da parte sua, ha ribadito la sua lettura della situazione, che vedrebbe il celebre rampollo libero di trasferirsi dove ritenga più opportuno dopo aver certificato, attraverso il famigerato buro-fax della scorsa settimana, la fine della sua relazione con il Barça. E pazienza se l’avvenuta notifica sia arrivata ben oltre la data ultima del 10 giugno, come stabilito dal contratto. Secondo la sua interpretazione, infatti, la crisi dovuta alla pandemia giustificherebbe lo spostamento della data a un vago termine della stagione. «E’ difficile che Leo resti al Barça - si era fatto sfuggire al suo arrivo a Barcellona - ma non ho parlato con Guardiola o con altri del City».

Messi e il Barcellona pronti al divorzio (Getty Images)
Messi e il Barcellona pronti al divorzio (Getty Images)