Il rientro dalla sosta è sempre una partita un po' particolare e la Juventus non fa certamente eccezione in questo senso. Dopo lo stop per le Nazionali gli uomini di Allegri, in quel dello Stadium, dovevano incrociare gli scarpini con l'Empoli. Per la truppa bianconera l'impegno si è rivelato difficile già da prima del fischio d'inizio: nel riscaldamento un infortunio muscolare ha fermato Paulo Dybala, costringendo il tecnico a cambiare le proprie intenzioni. Stupendo tutti Allegri non ha però mandato in campo dal primo minuto Moise Kean, preferendo rimpolpare il reparto mediano con l'inserimento di Bentancur ed avanzando Bernardeschi alle spalle dell'unico terminale offensivo, il croato Mario Mandzukic.
Dopo l'inizio della partita le cose per i bianconeri non sono migliorate, anzi. Il ritorno di Andreazzoli sulla panchina dell'Empoli ha restituito ai toscani quella brillantezza che si era un po' persa con l'arrivo del più pragmatico Iachini. Gli azzurri hanno dunque preso in mano il pallino del gioco, con un Krunic particolarmente ispirato, sia in fase di costruzione che in quella di conclusione. Il numero 33 dell'Empoli ha provato più volte il tiro dalla distanza, sfiorando la porta difesa da Szczesny in almeno un paio di occasioni. La Juventus sembrava essere scesa in campo giusto per dovere e con una svogliatezza che lasciavano presagire il peggio. Tuttavia la prima frazione si è chiusa a reti bianche, con Dragowski chiamato in causa solamente da un colpo di testa di Mandzukic su invito di Matuidi.
Negli spogliatoi i bianconeri sono stati bruscamente svegliati dalle parole di Allegri, soprattutto Bernardeschi. Al rientro dall'intervallo il carrarese si è caricato la squadra sulle spalle, dando la scossa e provando ad insidiare la porta degli ospiti in tre occasioni, senza tuttavia riuscire a sbloccare il match. Vista la situazione di stallo il tecnico juventino decide di cambiare le carte in tavola mandando in campo prima Spinazzola e poi Kean, al posto rispettivamente di uno svogliato Alex Sandro e di Matuidi. In pochi minuti i due subentranti hanno dimostrato di meritare decisamente più spazio, prima Spinazzola involandosi sulla fascia e tentando una bella giocata personale, poi Kean che al secondo pallone toccato ha spezzato l'equilibrio della partita. Il classe 2000 ha approfittato della sponda aerea di Mandzukic per infilarsi nel varco lasciato della difesa empolese e battere Dragowski con un destro sul primo palo. Dopo il vantaggio bianconero la partita non regala altri sussulti clamorosi, se non la possibilità di raddoppio per i campioni in carica che vanno vicini al gol ancora con Kean.
Al termine di questa partita sono pochissimi gli spunti positivi per la società sabauda. Il rientro di Spinazzola è un'arma importante nell'economia stagionale, l'esterno ex Atalanta ha già dimostrato, in pochissime partite, di poter essere ben più di un'alternativa interessante per i bianconeri. L'altra nota positiva è rappresentata da Moise Kean. Del ragazzo ne hanno già parlato in molti, sprecando i paragoni più variopinti, ma le parole di Allegri nella conferenza stampa della vigilia sono un monito da ascoltare attentamente se non si vuol correre il rischio di caricare il ragazzo di eccessiva pressione. Il tecnico livornese ha già dimostrato più di una volta di saper lavorare bene con i giovani e l'utilizzo parsimonioso del numero 18 sembra ricalcare quanto fatto in precedenza in altre occasioni simili. I diversi gol realizzati in poche partite, tra cui quelli in Nazionale, non devono far sì che Kean venga dipinto come il salvatore della patria ed il sicuro vincitore di qualche pallone d'oro nell'immediato futuro. La società ora dovrà fare quadrato per impedire l'esaltazione totale intorno a lui, regalandogli anzi la serenità necessaria per continuare a crescere e diventare un fattore decisivo nel giro di poco tempo, magari anche grazie all'aiuto di un grande esempio come Cristiano Ronaldo.