Dopo la batosta subita in Champions League per mano del Benfica era a dir poco imprevedibile il risultato che avrebbe potuto ottenere la Juventus ieri pomeriggio in quel del Via del Mare. Oltre all'aspetto psicologico ad aumentare il grado di difficoltà dei bianconeri c'era poi il numero spropositato di assenze. L'elenco degli indisponibili della Vecchia Signora era infatti piuttosto lungo e soprattutto denso di giocatori importanti: Bremer, Chiesa, Di Maria, Pogba, Vlahovic, Paredes e Locatelli, non assenze di poco conto.

Formazione di totale emergenza per Allegri dunque, costretto anche a dover dosare l'impiego di Bonucci che, non a caso, è partito dalla panchina. Per questo Cuadrado è tornato ad occupare la casella di terzino destro, con Danilo e Gatti al centro ed Alex Sandro sull'out di sinistra; a centrocampo il ruolo di play è affidato ad un adattato Miretti accompagnato dai più esperti Rabiot e McKennie, in attacco spazio a Soulé e Kostic sugli esterni con Milik riferimento centrale. 

Pronti via si è vista fin da subito l'ormai solita Juventus molle e con poca voglia di aggredire partita ed avversari. La prima occasione da gol importante arriva addirittura al 42' del primo tempo e solamente sugli sviluppi di un calcio d'angolo su cui Rabiot salta più in alto di tutti e costringe il portiere leccese Falcone ad un intervento un po' complicato. Nell'intervallo la lista degli infortunati juventini riesce incredibilmente ad allungarsi ancora: McKennie è costretto a restare negli spogliatoi e ad Allegri non resta che allungare la lista dei giovani in campo rispolverando Fagioli, affidandogli le chiavi del centrocampo e spostando Miretti nel suo ruolo più naturale di mezz'ala. 

Questo ennesimo stop ha però un risvolto positivo: mettendo gli uomini giusti nelle posizioni corrette la squadra bianconera sembra trovare un minimo di quadratura e pur senza strafare riesce a prendere in mano il pallino del gioco. A sparigliare definitivamente le carte arriva poi l'inglese Iling-Junior, autentica arma tattica di Allegri nelle ultime tre uscite. Al primo pallone toccato il giovane inglese è riuscito a trovare il varco giusto per servire Fagioli all'interno dell'area di rigore giallorossa, il numero 44 si sistema il pallone a lascia partire un tiro a giro non molto forte, ma con una traiettoria al limite della perfezione e che lascia Falcone totalmente di stucco, il pallone prima bacia il palo e poi si deposita in fondo alla rete. Nel finale il Lecce si getta in avanti alla ricerca del pareggio, mentre la Juventus finisce completamente la benzina, i giallorossi vengono fermati solamente dal palo su una conclusione di Hjulmand.

In generale la prestazione della Juventus è stata ancora una volta deficitaria, lenta e prevedibile, con pochissimo da salvare oltre al risultato. La terza vittoria di fila in campionato, seppur contro avversari non irresistibili come Torino, Empoli e Lecce, porta punti in classifica e rilancia le speranze della Juventus di rientrare nella corsa alla qualificazione per la prossima edizione della Champions League. Tra il poco da salvare vanno inserite le prestazioni e dei "non titolari": seppur contro un attacco non certamente irresistibile Gatti ha dimostrato una certa solidità, non sfigurando e confermando di poter trovare un minutaggio decisamente maggiore rispetto a quello ottenuto fino a questo momento. 

Tra i giovani Soulé è sembrato quello più in ombra, mentre di Miretti si conoscono ormai le qualità e si sta calando sempre più nella realtà "dei grandi" dimostrandosi affidabile anche se inevitabilmente deve ancora maturare in alcune scelte. Molto più importanti sono stati invece gli impatti di Iling-Junior e Fagioli. Il match-winner di ieri sera ha dimostrato, con un bel secondo tempo, di poter stare nella rosa della Juventus e di aver fatto bene a volerci rimanere per lottare per un posto da protagonista, viste le numerose assenze a centrocampo e la qualità di gioco, eufemisticamente non eccelsa, espressa finora da quel reparto tutti gli juventini si dovrebbero augurare che Allegri lo impieghi con maggior continuità e coraggio nei prossimi impegni. Discorso ancora diverso per l'esterno offensivo inglese: nel suo ruolo è già presente un elemento affidabile come Kostic, in attesa del rientro del titolarissimo Chiesa, ma il suo ingresso a partita in corso è stato finora sempre devastante. Il suo utilizzo da arma tattica potrebbe essere una delle chiavi di volta di questo periodo particolarmente congestionato.

Una Juventus che deve ripartire dai suoi giovani affamati di grande calcio, di spazio e soprattutto di vittorie, con i "vecchi" che possono aiutarli dando loro dei preziosi consigli ma soprattutto lasciandogli in campo tutto il tempo necessario per crescere.