In questi giorni su Amazon prime video sta spopolando la serie "All or Nothing Juventus". Una sorta di documentario sul dietro le quinte della stagione 2020/21 sotto la guida tecnica di Andrea Pirlo e conclusasi per i bianconeri con la vittoria della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana. Una stagione non facile per la Vecchia Signora del calcio italiano, un'annata di trasformazione, di ringiovanimento del gruppo e della guida tecnica, un'annata che si è chiusa in maniera del tutto insoddisfacente e che ha portato all'esonero del tecnico.

Dopo aver visto la prestazione di ieri sarebbe interessante capire quale sia stato il reale atteggiamento di Massimiliano Allegri all'interno degli spogliatoi. Certamente non potrà essere stato lo stesso di quello mostrato davanti alle telecamere dove ha spronato i suoi ragazzi a continuare a fare prestazioni in linea con quella della sconfitta di pochi minuti prima. L'allenatore della Juventus non può e non deve mai essere soddisfatto di un punteggio che sia diverso da quello della vittoria, anche quando gli avversari sono sulla carta superiori come i campioni d'Europa in carica del Chelsea.

Nella sfida contro l'Atalanta si è vista una Juventus combattiva e che, statistiche alla mano, ha subito un solo tiro in porta da uno dei migliori attacchi della Serie A, ma quando si è trattato di attaccare la metà campo orobica tutta questa voglia di combattere si trasformava in confusione, fretta e imprecisione, vanificando quanto di buono fatto in fase di non possesso. Se è vero che si possono vincere partite e campionati di corto muso, per arrivare a queste vittorie bisogna comunque riuscire a segnare almeno un gol, situazione non verificatasi né contro il Chelsea, né contro l'Atalanta. L'ultima rete su azione dei bianconeri è quella di Cuadrado nei minuti di recupero della sfida contro la Fiorentina lo scorso 6 di Novembre, da allora c'è stata la sosta per la Nazionale, la doppietta di Bonucci su rigore contro la Lazio e le due partite dell'ultima settimana chiuse con un sonoro 0 nella casella delle reti segnate.

La Juventus ha dunque un evidente problema dalla cintola in su, il suo miglior marcatore è attualmente Paulo Dybala fermo a quota 3 reti (la metà di Candreva, un terzo di Zapata e Simeone, per intenderci), di cui una arrivata comunque su calcio di rigore. In Serie A la statistica delle reti complessive segnate dai bianconeri è ferma a 18, ovvero il tredicesimo attacco con alle spalle Torino (17), Genoa (17), Udinese (16) e Spezia (15) che però devono ancora scendere in campo per la quattordicesima giornata e che quindi potrebbero raggiungere e superare la Juventus in questa speciale classifica. 

Dati a dir poco allarmanti per una squadra le cui ambizioni sono ben più elevate di quello che mostra l'attuale classifica. Pensare ad una sterzata nell'immediato futuro è al limite dell'utopia e anche nel mercato di gennaio sarà quasi impossibile far smuovere quei giocatori in grado di migliorare sia la qualità della manovra che un bomber che possa risollevare da solo le sorti dell'abulico attacco bianconero. Vista la situazione attuale l'obiettivo di Allegri dovrà essere di portare questa squadra tra le prime quattro del campionato per garantire un introito economico utile per muoversi più agilmente sul mercato, mentre la dirigenza dovrà innanzitutto ridurre i costi tagliando quei rami ormai evidentemente secchi e non più utili al progetto juventino e successivamente muoversi con oculatezza andando a pescare quei diamanti grezzi che spesso nella storia juventina si sono rivelati poi gioielli di inestimabile valore. 

La caduta verticale della Juventus nelle ultime stagioni è sotto gli occhi di tutti. Il presente della Vecchia Signora è rappresentato da una tetra palude fangosa da cui i bianconeri possono uscire unicamente lottando tutti insieme, per poi trovare quella volontà di tornare a scalare le posizioni del calcio italiano ed Europeo. Il primo passo per questo difficile percorso sarà inevitabilmente quello di migliorare il gioco e, soprattutto, la produzione del reparto offensivo.