Aveva preso l'andazzo di una Coppa giocata per far trovare spazio alle riserve, a coloro che, in Campionato, non avrebbero mai e poi mai trovato posto.
Prima con Mancini poi con Mourinho, la Coppa Italia ha riacquistato la soglia di dignità necessaria per essere considerato un trofeo.
Certamente dietro a Champions e Campionato, è di fatto il terzo trofeo in ordine di importanza.
Nel post Calciopoli è divenuto appuntamento fisso per Inter e Roma che, anno dopo anno, si sono trovate a fronteggiarsi per accapararsi un trofeo che, negli anni precedenti, riservava solo sfide farcite di panchinari.
Il feeling con Mancini e il completamento del Triplete "Mourinhano" hanno rilanciato le quotazioni della Coppa Nazionale. "Perchè snobbarla?" si domandava Mou.
Aveva ragione. Può rappresentare per le grandi un salvastagione e per le medio-grandi un attracco sicuro all'Europa League oltre che uno sfizio capace di far gioire i propri tifosi.
L'ha sfiorata l'anno scorso il Palermo; se i rosanero l'avessero conquistata sarebbe stato un tripudio.
Quest'anno, finalmente, ha raggiunto l'apice dell'agonismo. Le super sfide Juventus-Roma, Milan-Lazio e Napoli-Inter hanno offerto uno spettacolo da posticipo di Campionato condito da emozioni, colpi di scena e (era ora) titolari.
Una Coppa, un tempo snobbata, che ora vogliono tutti.
Approvata la formula della partita secca, resta da capire ancora bene il criterio per cui una squadra gioca in casa e l'altra in trasferta. Brutto e poco meritevole quello proposto fino ad oggi basato principalmente su un sorteggio di inizio anno che affibbiava alle 8 squadre già agli ottavi un numero tra 1 e 8. Il più basso gioca in casa, cosicchè la Juventus (numero 1), si trova favorita allo Juventus Stadium sulla Roma pescata per ottava; oppure il Napoli, pescato per secondo, ha la fortuna di ospitare l'Inter in casa poichè i nerazzurri sono stati sorteggiati con il numero 7.
Sarebbe certamente più giusto un criterio basato sul piazzamento in classifica o riguardante una graduatoria che tiene conto solamente della Coppa.
Il sorteggio non piace, di buono c'è comunque il ritorno di una Coppa che tutti snobbavano.
Pietro Turchi