Un traguardo importante quello superato da mister Guardiola, il tecnico del Manchester City che anche in Premier League continua ad esprimere un gioco spumeggiante, come già aveva fatto vedere nell'esperienza dorata che visse alla guida del Barcellona

L'allenatore spagnolo ha varcato da poco la soglia del mezzo secolo, un traguardo ed un punto della vita nel quale si fanno bilanci e si tirano le somme su quanto prodotto fino ad ora nello svolgimento di un'attività sportiva.

Prima di diventare il tecnico di fama internazionale che è oggi, Guardiola è stato un valido centrocampista che ha militato fino ai 30 anni in patria nel Barcellona, per poi decidere di vivere l'avventura italiana in serie A.

Guardiola calciatore in Italia

Tutto ebbe inizio nel 2001, quando sembra imminente il suo passaggio alla alla Juventus.

La vecchia signora sa quanto Guardiola vuole giocare con Zidane, ed i bianconeri sono continuamente protagonisti in Europa, a livelli molto più alti del Barcellona degli anni '90.

Il direttore generale Moggi ci lavora su, ma le strade ogni qual volta stanno per congiungersi, puntualmente si dividono, tornando all'inizio della trattativa, ad un punto morto.

La svolta per il suo approdo in Italia arriva con l'interesse da parte del Brescia del patron Gino Corioni, che ha già portato Roberto Baggio in città ed ora vuole portare anche Guardiola. 

Lo spagnolo accetta con entusiasmo, deciso a giocare il Mondiale e giocare in Serie A dopo il mancato approdo alla corte della Juventus, così sposa il progetto Brescia di Carlo Mazzone.

Guardiola non cerca un contratto a peso d'oro, anche perchè a Brescia le cifre sono ampiamente moderate rispetto ai prestigiosi club del nord, lui vuole giocare, vuole rilanciarsi a Brescia per poter tornare nel giro della nazionale spagnola.

Pian piano Guardiola, partita dopo partita, prende confidenza con la sua nuova realtà, la sua, quella dei tifosi delle rondinelle. Con lui in campo, il condottiero Mazzone ottiene otto punti in cinque gare, abbattuto solamente dalla Lazio.

Tutto sta procedendo per il meglio, il CT Camacho già segna il suo nome sul taccuino in vista del Mondiale in Asia. 

Guardiola tuttavia a seguito di qualche vicenda giudiziaria, non riuscirà ad ergersi a condottiero del Brescia che nel frattempo senza di lui e l'altro indisponibile di lusso Roby Baggio, ai box in autunno, ha vinto solamente tre gare in diciasette match.

In primavera segnerà persino due goal, da titolare imprescindibile, senza però ottenere prime pagine e grandi titoli, come invece accaduto durante il presunto caso di doping.

Lo spagnolo si ritrova accusato, squalificato, fatto fuori anche dalla Nazionale spagnola, che non può convocarlo per Giappone-Sud Corea 2002 dopo così tanti mesi di inattività in cui altri interpreti hanno preso il suo ruolo.

L'esperienza italiana dunque vede ormai Il contratto con il Brescia in scadenza e Guardiola sceglie di allontanarsi, per esorcizzare quella negatività che ha soppiantato l'iniziale positività.

Lo sceglie la squadra più in voga del momento, la Roma di Capello che solamente un anno prima ha vinto il suo terzo Scudetto e pochi mesi addietro ha chiuso il torneo al secondo posto, in quel 5 maggio bianconero di trionfo e neroazzurro di lacrime brasiliane con Ronaldo. 

Rispetto alle due precedenti stagioni, però, il giocattolo si è rotto e la Lupa non riesce a ripetersi, terminando il campionato all'ottavo posto.

Guardiola è una delle ultime scelte per mister Capello, tanto che il suo utilizzo in giallorosso sarà limitato a solamente sei partite ufficiali: contagocce in Serie A, contagocce in Coppa Italia, contagocce in Champions con un gettone all'attivo; da qui scaturirà il desiderio di ritornare in quel di Brescia.

Guardiola nella Roma (getty)
Guardiola nella Roma (getty)