L’Inter del nuovo corso Pioli è semplicemente “più” rispetto a quella guidata da Frankie De Boer: basta guardare la classifica per poter dimostrare questo teorema. A corroborare quanto chiaramente dimostrato dalla graduatoria (l’olandese lasciò Milano con la squadra in 14.a posizione) vi sono una serie di dati inconfutabili che a paragonarli ingenerano una certa impressione.
Ne citiamo solo un paio: 31 punti messi assieme nelle 13 gare di campionato dirette da Pioli (media punti 2,38 a partita) contro i 14 punti in 11 giornate (media di 1,27), 10 vittorie, un pari e due sconfitte per Pioli contro i 4 successi, i 2 pareggi e le 5 sconfitte in campionato per De Boer.
E poi ancora i 13 gol realizzati, a fronte di 14 subìti, durante la gestione De Boer, contro i 23 gol messi a segno dall’Inter versione Pioli ed i 10 al passivo. A compendio del tutto, va inserita la vittoria (3-0) colta durante l’interregno di Vecchi.

A ciò si aggiungano le impressioni, sicuramente meno oggettive dei numeri, ma altrettanto efficaci se si tratta di raccontare l’evoluzione di un progetto calcistico: l’Inter, da quando Pioli s’è insediato ad Appiano, attacca con costrutto, portando più uomini in area di rigore avversaria, riesce a sfruttare meglio le corsie esterne e, pur peccando ancora per quanto riguarda lo sviluppo del gioco nella zona centrale, pare meglio disposta in fase difensiva, sia col modulo a 4 difensori che con la retroguardia disposta a 3 elementi.
Chiaramente non stiamo parlando di un disegno già bello e finito: la squadra ha ancora tanti margini di miglioramento e molti particolare da curare al meglio, per poter pensare di insediarsi stabilmente ai vertici del campionato italiano. In ordine sparso: aumentare la velocità di circolazione della palla (l’inserimento di Gagliardini, che gioca a uno-due tocchi, è stato già foriero di un evidente miglioramento), migliorare la fase di rifinitura e consolidare le marcature preventive.

Fra i tanti numeri che sono snocciolati nella prima parte, però, ve ne sono altri che, in maniera inconfutabile, raccontano del cambiamento apportato con la nuova gestione tecnica: i gol di Mauro Icardi. Sì, proprio il centravanti argentino, quello che il 27 ottobre 2015, al termine di un Bologna – Inter 0-1, decisa proprio da un gol dell’attaccante “rosarino”, sbottò davanti a telecamere e microfoni: “Se mi arrivano i palloni, faccio gol”, mettendo sé stesso al centro di ogni discorso tecnico dell’Inter, facendosi perno di tutto ciò che ruotava attorno lo sviluppo delle situazioni offensive nerazzurre.

Ebbene, numeri (e nomi) alla mano, mister Pioli è riuscito a “debellare” la dipendenza della squadra dalle realizzazioni dell’attaccante ex Sampdoria, propiziando situazioni di gioco in grado di portare in zona pericolosa più uomini, sia dalle corsie esterne che dal centrocampo.
A ciò si aggiunga che Icardi, pur avendo contribuito in maniera minore, sia in termini assoluti che in percentuale, alle realizzazioni dell’Inter, ha spesso vestito i panni dell’assist-man, mettendosi al servizio dei compagni e, più in generale, della squadra: il solista che diventa altruista, quelli che erano comprimari dell’area di rigore avversaria che assurgono a protagonisti, in una vicendevole esaltazione dell’essere complementari e funzionali.

Per capire quanto Pioli abbia trasformato l’Inter, vi proponiamo uno specchietto con le gare dell’Inter in campionato, ed i relativi marcatori, disputate durante la gestione De Boer, l’intermezzo Vecchi e, quindi, sotto la guida del tecnico emiliano.

Gestione De Boer: Chievo – Inter 0-2; Inter – Palermo 1-1 (Icardi); Pescara – Inter 1-2 (doppietta di Icardi); Inter – Juve 2-1 (Icardi – Perisic); Empoli – Inter 0-2 (doppietta di Icardi); Inter – Bologna 1-1 (Perisic); Roma – Inter 2-1 (Banega); Inter – Cagliari 1-2 (Joao Mario); Atalanta – Inter 2-1 (Eder); Sampdoria – Inter 1-0.

Come si evince anche da una lettura veloce, Mauro Icardi è stato il dominus assoluto e incontrastato dei marcatori nerazzurri durante la prima parte del campionato: 6 gol su un totale di 11 segnature del gruppo guidato dal tecnico olandese, rappresentano oltre il 50% dei gol messi a segno. A ciò si aggiunga che, oltre al capitano dell’Inter, soltanto altri 4 calciatori sono riusciti ad andare a segno, dei quali il solo Perisic per più di una volta, con Eder, Banega e Joao Mario fermi a quota uno e tutti gli altri a quota zero. Del resto, che la squadra messa in campo da De Boer – pur giocando bene alcune gare - attaccasse in maniera frammentaria la porta avversaria, era una impressione che questi numeri non fanno altro che confermare, unitamente alla dipendenza da Mauro Icardi.

Intermezzo Vecchi: Inter – Crotone 3-0 (doppietta di Icardi, Perisic)

La gara condotta dal tecnico Vecchi ha sostanzialmente confermato il trend evidenziato sopra: senza i gol di Icardi, per l’Inter, diventa notte fonda.

Gestione Stefano Pioli: Milan - Inter 2-2 (Candreva; Perisic); Inter – Fiorentina 4-2 (doppietta Icardi; Candreva; Brozovic) Napoli – Inter 3-0; Inter – Genoa 2-0 (doppietta Brozovic); Sassuolo – Inter 0-1 (Candreva); Inter – Lazio 3-0 (doppietta Icardi; Banega); Udinese – Inter 1-2 (doppietta di Perisic); Inter – Chievo 3-1 (Eder; Perisic; Icardi); Palermo – Inter 0-1 (Joao Mario); Inter – Pescara 3-0 (Eder; Joao Mario; D’ambrosio); Juventus – Inter 1-0; Inter – Empoli 2-0 (Candreva; Eder); Bologna – Inter 0-1 (Barbosa).

Tantissime le cose che questo riepilogo ci suggerisce. La prima: nelle 13 gare di campionato disputate sotto la guida di Stefano Pioli, Mauro Icardi ha messo a segno “soltanto” 5 reti su un complessivo di 23 (il 21 % sul totale) e, per di più, considerando che contro Lazio e Fiorentina ha realizzato due doppiette, il capitano nerazzurro è entrato nel tabellino marcatori esclusivamente in tre partite. Sembra un dato incredibile, sia se raffrontato alla gestione De Boer ma anche alla luce di quello che è sempre stato l’apporto in zona gol fornito dal numero nove dell’Inter.  Il "miracolo" risiede nel fatto che Icardi segna di meno eppure l'Inter sta andando a gonfie vele.
Questi numeri raccontano di una squadra che adesso è in grado di offendere con tanti uomini, capace non solo di dare manforte ad Icardi, ma quasi di sostituirsi ad esso: 4 i gol per Candreva (a secco con De Boer) e Perisic nelle 13 gare in campionato della gestione Pioli, 3 per Brozovic e, fra gli altri, spiccano, per motivi diversi, le segnature messe a segno da D’Ambrosio e Barbosa.

In buona sostanza, Pioli ha costruito un meccanismo che ha reso più “democratica” la spartizione della realizzazione delle reti, compito che prima veniva demandato esclusivamente a Mauro Icardi, il quale adesso si segnala per un contributo maggiore fornito alla squadra nella costruzione del gioco – ancora è poco, ma si vedono progressi – oltre che nella fase di rifinitura: i numeri dicono che bloccare Icardi, per le difese avversarie, non è più sinonimo di rete immacolata, anzi.
Fra l’altro, il neo-arrivato Gagliardini si è presentato più volte in zona gol, mancando il bersaglio per imprecisione o per bravura dell’estremo difensore di turno: nell’ambito di una squadra che sta imparando a fare gol con più uomini, ne siamo certi, presto anche il mediano prelevato dall’Atalanta sarà in grado di apparire sul tabellino marcatori. Ed a quel punto potrà essere definito davvero un centrocampista totale, completo.

Si diceva, poc’anzi, di D’Ambrosio: è lui l’unico difensore ad essere andato in gol, in tutto il campionato, per l’Inter, seppur in un contesto di una squadra che ha saputo trovare le reti dei propri centrocampisti e dei propri esterni d’attacco. La rovesciata messa a segno da Murillo in coppa Italia è un gesto tecnico la cui eccezionalità conferma la regola: la squadra di Pioli, per potersi definire una vera e propria cooperativa del gol, dovrà mettere in campo qualche schema su palla inattiva in grado di esaltare le doti dei saltatori che arrivano dalle retrovie.

Spicca un altro dato, fra quelli avanti esposti: contro Juventus e Napoli, entrambe affrontate in trasferta durante la gestione Pioli, la squadra nerazzurra non ha segnato neanche un gol. Un elemento che dovrebbe far scattare un allarme rosso in vista di un Inter-Roma che si preannuncia decisivo per i sogni di gloria nerazzurri.

In conclusione, Pioli ha svolto un grandissimo lavoro, affrancando la propria creatura dalla dipendenza a Icardi, riuscendo a coinvolgerlo diversamente nello sviluppo offensivo della manovra e, al contempo, suddividendo fra più elementi l’onere di presentarsi in area ed attaccare la porta avversaria. Per completare l’opera, il tecnico emiliano dovrà studiare soluzioni in grado di mandare in gol anche i centrali di difesa ed i mediani. Potrebbe valere la Champions per l’Inter e la conferma per lo stesso Pioli: provarci ne vale la pena!